Di Lucente a Calenda: “Accusa Mazzuto di una cosa che anche lei ha fatto. A Sfide? Aspetto ancora i soldi che mi dovevano, ho preferito che pagassero i dipendenti e non me. Calenda ha mai rinunciato ai soldi dei suoi incarichi politici?”.

“Pagato profumatamente? L’Agenzia Sfide, a distanza di 7 anni, mi deve ancora 40mila euro di quelli che Calenda sostiene essere profumati compensi. Ho preferito che venissero pagati i dipendenti, non me. E visto che dovevo presentare regolare fattura, su quei soldi mai avuti ci ho pagato le tasse, come succede a migliaia di persone che non ricevuno soldi dalla pubblica amministrazione. La consigliera Calenda invece ha rinunciato ai soldi da assessore provinciale ‘nominata’ e non eletta?” replica Andrea Di Lucente, capogruppo dei Popolari per l’Italia.

La risposta è alle esternazioni contenute nei ringraziamenti della consigliera Calenda dopo l’espulsione dalla Lega Nord. Esternazioni nelle quali tira in ballo il collega di maggioranza Di Lucente, ricordando quando, in passato, venne estromesso dalla giunta provinciale di via Berta, guidata da Luigi Mazzuto, proprio a favore dell’ingresso di Mena Calenda.

“È una storia morta e sepolta quella della Provincia, ma se proprio la consigliera Calenda vuole tirarla fuori di nuovo, allora che lo faccia dicendo la verità e non, come suo solito, una di comodo. Ovviamente di comodo per lei.

È un fatto che Mazzuto mi abbia defenestrato dalla giunta per far posto a Calenda, quota rosa necessaria per non decadere. È un fatto che sia stato direttore generale di Sfide e che l’incarico è stato di grande interesse, che mi ha fatto crescere e arricchito di competenze. Sul resto, invece, la Calenda dovrebbe informarsi meglio, a cominciare dal compenso. I soldi li aspetto ancora. Se proprio vogliamo rivangare il passato, allora bene ha fatto l’autore della lettera pubblicata quest’oggi da Primo Piano Molise. Ha rimesso in fila i fatti, ricordando alla consigliera Calenda che sta accusando Mazzuto di aver fatto ciò che in precedenza ha fatto anche lei: sedere in una giunta da esterna a discapito di chi era stato eletto. Per scagliare la prima pietra bisogna essere senza peccato, altrimenti poi c’è sempre qualcuno che te lo rinfaccia. A me non piace rivangare il passato, soprattutto quando è lontano anni luce. Allo stesso tempo non mi piace essere dipinto diverso da come sono realmente. E la consigliera Calenda, nel suo comunicato, ha fatto esattamente questo. Chi a Sfide ci ha lavorato sa come sono andate veramente le cose. Chi invece vuole distorcere la verità sappia che, come insegnano ai bambini, le bugie hanno sempre le gambe corte. Talvolta, cortissime”.

 

Campobasso, 28/02/2019