La recente inchiesta, partita da Napoli, che ha scovato anche in provincia di Isernia il supersfruttamento e la “riduzione in quasi schiavitù” di operai e migranti ad opera di 29 padroni locali, evidenzia come le leggi e le politiche razziste, le stupide e incivili propagande fascio leghiste per innestare una guerra tra poveri, anche nella nostra provincia servono in primo luogo ai capitalisti piccoli e grossi, che possono così approfittare della situazione di ricattabilità e di isolamento sociale in cui sono posti gli immigrati.
La sconclusionata e demenziale mozione – peraltro a sfondo propagandistico razzista – approvata dalla maggioranza consiliare di destra del Comune di Isernia, contribuisce a questa sisastro sociale della nostra provincia: rifiutando lo SPRAR, quale presupposto giuridico per poter affermare una gestione pubblica, democratica e sociale del flusso migratorio, getta l’accoglienza e la cosiddetta integrazione in pasto proprio a questi speculatori privati della finta solidarietà; ed infatti tre tra gli imprenditori locali caduti nella rete dell’inchiesta sul supersfruttamento erano titolari di strutture di accoglienza private.
La sinistra politica, sociale e sindacale anche nella nostra provincia è chiamata ad un impegno difficile ma ineludibile: unire la lotta dei lavoratori italiani e migranti in un’unica vertenza del lavoro contro i padroni e il loro sistema disumano fondato sullo sfruttamento, contro i neofascisti che sono storicamente i loro peggiori servi, e la cui unica “funzione sociale” è quella di arruolare gli operai italiani al servizio dei padroni contro gli operai immigrati, ad unico vantaggio dei potenti.
Unire lavoratori e disoccupati italiani e migranti in una vertenza che rivendichi anche un provvedimento di esproprio senza indennizzo di queste aziende che praticano il supersfruttamento schiavistico (come quelle scoperte in provincia di Isernia) per acquisirle alla proprietà pubblica e farle gestire sotto il controllo delle maestranze italiane e migranti.
In questa prospettiva occorre una mobilitazione forte, perché gli stessi migranti acquistino un ruolo di controllo di queste strutture e della rete di gestione migratoria, perché si aprano i libri contabili e si controlli l’utilizzo dei fondi europei destinati a tali importanti finalità.
Unire ciò che il capitale e fascisti dividono, unire tutti i lavoratori e tutti gli sfruttati, italiani o migranti che siano, contro i capitalisti e i padroni di qualunque nazione, a partire da quelli del proprio paese, E’ l’unica strada perché tutti gli oppressi possano marciare insieme verso una società più libera e più giusta che per noi è quella socialista.
Perché, come dissero due grandi del passato, ma attualissimi oggi più che mai: “Non hanno nulla da perdervi se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare”.
Tiziano Di Clemente