di Tonino Atella

Una proposta che ha tutto il sapore di un’offerta sociale, umana e professionale, affinchè il SS. Rosario di Venafro esca dalle paludi (leggi servizi assai ridotti e come tali insoddisfacenti per l’utenza) nelle quali sembra precipitato per tornare a dare garanzie, sicurezza e prestazioni pari alla domanda delle popolazioni dell’estremo Molise occidentale, ossia a circa 30mila residenti, e delle aree extraregionali confinanti.

Ad avanzarla, con assoluto senso di responsabilità, è il dr. Bruno Petescia, l’ultimo Primario Medico dell’Unità di Medicina del nosocomio venafrano e da poco in pensione. Sentiamo il professionista : “Sono disposto a lavorare gratis -attacca l’uomo- affinché l’ospedale venafrano, in ragione della propria storia pregressa e soprattutto delle necessità attuali dei molisani che vivono ad ovest della nostra regione e dei non molisani che confinano col nostro territorio, riacquisti funzionalità, operatività e prestazioni.

Non chiedo un solo euro, ma solo di avere con me una struttura capace di erogare servizi pari alle attese e stare vicini a chi ha bisogno. Da solo posso poco, mentre assieme ad una squadra efficiente ed efficace, e forte delle professionalità  giuste e necessarie, si potrà risollevare il nosocomio venafrano tornando ad erogare i servizi che la gente a ragione chiede. Non è bello, credetemi, aggirarsi nell’attuale SS Rosario e notare le nonché in atto, nonché i vuoti, il quasi deserto del nosocomio.

I pochi anziani ricoverati hanno bisogno di continuativa assistenziale medico/professionale che invece manca”. Cosa suggerisce? “Di tornare a garantire al SS Rosario di Venafro almeno il minimo indispensabile per vivere e sopravvivere, offrendo un’assistenza dignitosa ai ricoverati ed approntando un organico e funzionale team professionale. Personalmente sono a disposizione senza chiedere alcun compenso, perché fa male vedere la situazione in cui versa oggi l’ospedale cittadino.

L’anziano ricoverato attualmente al SS Rosario ha bisogno di un minimo di indispensabili prestazioni medico/sanitarie che l’attuale organico in servizio, che comunque da il massimo e denota piena professionalità e senso socio/umanitario per soddisfare la ridottissima utenza ricoverata, non riesce a dare stante le contenute attribuzioni professionali riconosciute oggi al nosocomio venafrano.

Credete, a chi ha tanto lavorato e dato per il migliore SS Rosario, e chi parla modestamente è tra questi,fa male vedere oggi una struttura che è tutt’altro rispetto al suo recente e validissimo passato. Perciò ribadisco la personale disponibilità a tornare a lavorare gratis al SS Rosario affinchè il nosocomio rialzi la testa e torni ad accogliere l’utenza”. Un grido d’allarme sostanziale, che arriva praticamente dall’interno o, se si preferisce, dal recentissimo passato del complesso sanitario venafrano.

Ci sarà qualcuno disposto a farlo proprio e raccoglierlo? Ad augurarselo sono i molisani dell’estremo ovest della regione, da tempo alle prese con un’assistenza medico/sanitaria ospedaliera praticamente inesistente dopo le tante contrazioni che hanno ridotto all’osso il SS Rosario di Venafro.