di Alessia Tonti

Al primo impatto sembra un oggetto di design, invece è un brevetto che consente di ridurre i tempi per la spumantizzazione del vino, secondo il metodo Charmat, migliorandone la qualità. Il brevetto è di Antonio Valerio, architetto e fondatore di ‘Campi Valerio’, un’azienda vitivinicola di Monteroduni (Isernia) che produce 100mila bottiglie l’anno e nota soprattutto per ‘Opalia’, vino ottenuto dal vitigno autoctono Tintilia del Molise. “Quello che abbiamo realizzato – spiega Valerio – è un’autoclave dinamica, molto diversa da quella classica utilizzata nel Metodo Charmat.
Grazie al nostro brevetto, fatto di materiale elastico, vengono anticipati i tempi di fermentazione e si ottengono notevoli vantaggi economici e logistici. Inoltre la forma sferica dell’ autoclave fa sì che la spinta del vino sulle pareti sia isotropica, ovvero costante e uguale in ogni punto. Il risultato è: riduzione dei tempi di fermentazione, perlage più raffinato e profumi più intensi”.Il brevetto è frutto di una ricerca scientifica su cui l’azienda ha investito risorse per arrivare all’innovazione. “È l’unica strada su cui puntare – ha detto Valerio – per fare la differenza e per portare anche il piccolo Molise nel mondo senza rinunciare alla nostra identità territoriale. Attirare investimenti, in questo momento storico, è difficile se non impossibile. L’unica attrattività è rappresentata dall’innovazione. E in questo solco si inserisce anche il nostro brevetto.

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