Il Prefetto di Isernia ha presieduto ieri mattina, presso il Palazzo del Governo, una riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia al fine di esaminare i recenti episodi che hanno visto coinvolti alcuni richiedenti asilo, ospiti nei centri di accoglienza della provincia, ampiamente riportati presso gli organi di informazione.
Nel corso della riunione, è emerso innanzitutto che i due accadimenti, benché tali da generare un comprensibile allarme sociale, rappresentano dei fatti isolati, com’è dimostrato dalla circostanza che, negli ultimi due anni, cioè da quando la presenza di richiedenti asilo in provincia di Isernia ha assunto una dimensione consistente, si tratta degli unici casi di una certa rilevanza che hanno coinvolto cittadini stranieri alloggiati nelle strutture gestite dalla Prefettura.
Per quanto concerne la rissa in Via Giovanni XXIII che, secondo quanto riferito dai media, sarebbe stata originata da dissidi dovuti alla spartizione della piazza di spaccio locale, si è avuta conferma che si tratta di una mera ipotesi investigativa, tant’è che, allo stato attuale, i soggetti coinvolti sono stati denunciati per i reati di “rissa” e “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale”, non essendosi prefigurata, al momento, alcuna fattispecie legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
In ogni caso, per quanto riguarda tale fenomeno – che, nella provincia di Isernia, si allinea alla media nazionale – durante l’incontro è stato evidenziato che in provincia esiste un’attività di spaccio “al minuto”, molto frammentata poiché posta in essere da soggetti di diverse etnie e, dunque, non assolutamente inquadrabile all’interno di un’organizzazione ben definita.
In particolare, per quanto riguarda il mercato delle droghe “pesanti” (cocaina ed eroina), esso è riconducibile a tossicodipendenti locali e famiglie di etnia rom stanziali, che si approvvigionano prevalentemente nel napoletano e nel casertano, ma anche nel frusinate, chietino e foggiano, mentre la commercializzazione delle droghe “leggere” (hashish e marijuana) è perlopiù appannaggio di soggetti extracomunitari.
L’attività di contrasto viene svolta dalle Forze di Polizia attraverso servizi coordinati di controllo del territorio, con cadenza settimanale, presso Istituti scolastici, stazioni ferroviarie, terminal bus e altri luoghi “sensibili”, anche con l’utilizzo di unità cinofile antidroga. Nel contempo, sul piano della prevenzione, vengono organizzati incontri presso le scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare le giovani generazioni sulla gravità del fenomeno e sulle sue conseguenze dal punto di vista della salute.
Quanto ai risultati ottenuti, dal 1° gennaio 2016 al 31 marzo 2017, sono stati eseguiti complessivamente 28 arresti, 82 denunce a piede libero e 287 segnalazioni per il consumo personale di sostanze stupefacenti. In tale contesto, per quanto concerne i casi più gravi che hanno condotto all’arresto, dei 28 arresti eseguiti solo 3 hanno riguardato cittadini stranieri, di cui solamente 1 ospite nei centri di accoglienza gestiti dalla Prefettura; delle denunce a piede libero, solo 21 casi su 82 hanno riguardato cittadini stranieri, di cui 16 ospiti nei CAT, e delle 287 segnalazioni per uso personale solo 15 sono quelle relative a cittadini stranieri, di cui 10 ospiti nei CAT.
Quanto all’episodio verificatosi a Cantalupo nel Sannio, pur riconoscendone la gravità, si è preso atto che si è trattato di un caso circoscritto, peraltro causato da uno stato di alterazione dovuto all’abuso di alcoolici e non di stupefacenti, non preceduto da segnali di allarme che potessero far presagire tale accadimento.
Inoltre, dall’esame degli ultimi dati disponibili relativi alla criminalità, la provincia di Isernia si conferma tra le più sicure d’Italia, figurando tra le venti province in cui l’incidenza dei reati risulta tra le più basse in rapporto alla popolazione, con un calo nel 2016, rispetto all’anno precedente, sia dei reati in generale (-22%), ma anche dei furti (-10%) e delle violenze sessuali (-86%).