Brevi considerazioni personali sull’orgoglio isernino lacerato.

Sono un’isernina come tante. Ho 25 anni,e molta tristezza nel cuore.

Inesorabilmente, la mia è una generazione svuotata,infranta e arrabbiata.

Siamo giovani spossati, tristi e svogliati. Rassegnati ad un futuro senza apparenti prospettive.

Mi chiedo, da dove ripartire?

Il mio vuole essere un appello sincero e scanzonato; quasi una domanda retorica.

Isernia è spenta, e ogni giorno lentamente muore. Abbattono giù alberi e ci rimpiazzano con persone provenienti da lontano.

Non accuso nessuno, ma sento di parlare a nome di tanti che,nello stesso modo,si chiedono che fine abbia fatto la ridente provincia degli anni ’80, di cui raccontano i genitori.

Dicono che bisogna aver molto coraggio per partire, ma io credo ne serva molto di più per restare.

Questa è la mia esperienza,simile a quella di altri che hanno deciso di credere nel nostro territorio.

A prima vista,queste sembreranno parole avvelenate,inorridite,a tratti scontate.

Si tratta, semplicemente,di un lamento;una piccola riflessione per risvegliare le coscienze.

Alziamoci tutti.

La voce dei ragazzi non chiede proteste o discorsi,semplicemente entusiasmo e incentivi,soprattutto morali,da parte di chi può.

Con amore,una dedica fiduciosa alla mia città.

Shaana De Santis