di Pietro Tonti

Abbiamo atteso oltre la mezzanotte, per Mario Giordano nel suo talk show su Rete 4 fuori dal Coro, ieri sera, affinchè si occupasse di commissariamento della sanità molisana.

Dopo le note vicende calabresi di ben tre personaggi pirandelliani alternatisi in breve tempo alla guida della Calabria insalubre, ecco che finalmente entra in scena anche la nostra regione.

E’ un Angelo Giustini evanescente come il fantasma del Louvre, glissa la giornalista che gli chiede spiegazioni mentre entra frettolosamente in auto, affermando: “nelle sedi opportune, nelle sedi opportune”. Ci chiediamo se l’attuale commissario intendeva le sedi opportune, quelle giudiziarie o quelle parlamentari che lo hanno nominato il 12 dicembre 2018 alla guida della sanità regionale del Molise, con l’allora Ministro Salvini nel primo governo Conte.

Giustini, inappropriato nel non fornire una intervista, ma lo giustifichiamo, forse temeva di mettersi alla berlina come il suo omologo calabrese Cotticelli, chissà? Giordano nel suo programma ha toccato la nostra questione commissariale, come rafforzativo alla situazione paradossale calabrese, fornendo spiegazioni: “c’è una regione che è commissariata da più anni della Calabria, il Molise”.

Ma a chi sta a cuore la sorte sanitaria di questa regione? Solo a noi molisani.

Non si spiega altrimenti, per quale motivo dal 27 marzo 2007 anno dell’accordo Stato regione Molise per il Piano di rientro dal deficit sanitario, in 20 lunghi anni, nessuno è stato in grado di azzerare tutto e ripartire con una gestione efficiente della sanità pubblica.

Dovrebbero rientrare oltre 100 milioni di euro nonostante due mutui contratti per alleggerire un pregresso di 400 milioni di euro di disavanzo, registrato dalla Corte dei Conti nel 2017. E’ giunto il momento di arrestare questa emorragia.

Con l’epidemia in corso di corona virus, la fragilità del sistema sanitario regionale si evidenzia nella sua drammaticità. E’ inutile poter sperare solo nelle forze dei molisani per coprire il debito milionario contratto in anni di gestione allegra pregressa.

Potrebbe essere questo il momento di puntare sul Recovery Fund europeo per stabilire nuovi parametri, far ritornare nella gestione regionale la sanità pubblica, azzerare i debiti, con l’accortezza di presentare annualmente bilanci credibili e soddisfare appieno le esigenze di tutela della salute dei cittadini previste nell’art. 32 della nostra Costituzione.

Un dato  è chiaro comunque, nella trasmissione di Mario Giordano ieri sera si è voluto evidenziare come il Commissario Giustini avrebbe dovuto presentare un piano per fronteggiare la pandemia e a Roma ne sono arrivati due, mentre è stato necessario farne un terzo, scegliendo per il Covid l’ospedale Cardarelli centro Hub, evitando quello di Larino a cui  associazioni, comitati e lo stesso Consiglio regionale con il voto in aula,  avevano individuato per non sovraffollare l’ospedale principale di Campobasso.

Nel contesto del servizio, sono emerse le criticità nelle cure dei pazienti no covid, data l’alta percentuale di ricoveri per l’infezione da coronavirus. Ospedale strapieno in malattie infettive e la difficile gestione delle altre patologie.

Giordano attraverso la sua giornalista Maria Laura Cruciani avrebbe voluto spiegazioni dal commissario Giustini, ma ai telespettatori e ai molisani, la sua indisponibilità è stata letta come un rifugio da responsabilità evidenti sul caos sanitario in corso al Cardarelli e negli altri ospedali spoke regionali di Isernia e Termoli.

Incalzano i comitati: “ E’ stato un grave errore non puntare sul Vietri di Larino per un centro Covid. Ora c’è il ricorso all’esercito, ad un ospedale da campo e per i 14 posti letto in più per la terapia intensiva, oltre ai 30 già disponibili bisognerà attendere altri 4 mesi, a marzo saranno disponibili”.

Assurdo, con la pandemia che non attende di certo le calende greche della sanità regionale.

Qualcosa evidentemente non ha funzionato, il piano Covid nella responsabilità del commissario Giustini ha fatto cilecca; l’unica speranza è puntare sulla chiusura totale della regione in zona rossa per evitare l’escalation di contagi e ricoveri che stiamo registrando da settimane, i quali stanno mettendo a dura prova medici e personale infermieristico.

A repentaglio c’è la salute dei cittadini con le altre patologie, quelle tempo dipendenti che si curano con grandi difficoltà, ma l’interrogativo legittimo è il seguente:

il Governo dovrebbe o no rimuovere il commissario e sub commissario Giustini e Grossi che fino ad oggi hanno prodotto l’incremento del disavanzo sanitario di diversi milioni di euro in più rispetto al pregresso e una gestione dell’emergenza Covid assolutamente deprecabile?