Quando nella stalla di famiglia c’erano Guerino, lo splendido cavallo dal pelo scuro e stella bianca al centro della fronte nato in periodo bellico dal che il nome, Barone, il forte mulo dalle mille fatiche, per strada il marito procedeva avanti e la moglie tassativamente dietro a uno/due metri, e quando la donna “andava taurrita”, espressione popolare che sta per … posseduta con veemenza !

Quello che è successo nella società contemporanea molisana nell’ultimo cinquantennio ? Ha tutto l’aspetto di vera e propria rivoluzione socio/comportamentale dalle fondamenta ! D’acchito, ragionando su come vivevano, ragionavano e lavoravano le generazioni appena trascorse e come siamo noi oggi mezzo secolo dopo, sembrano trascorsi secoli ed invece appena pochissimi anni. Una trasformazione radicale e in profondità, con tutte le implicazioni del caso. Una rivoluzione autentica e drastica della società e dei modi di essere e di comportarsi nelle abitudini quotidiane delle persone, con una velocità di trasformazione assolutamente incredibile.

Proviamo a ripercorrere quanto accadeva qualche decennio addietro dalle nostre parti, intendendo il Molise in generale, e ricordando persone, animali ed abitudini degli anni appena trascorsi per i naturali raffronti. Innanzitutto un dato : il lavoro prevalente della massa era quello agricolo, sicché nelle stalle di (quasi) tutte le famiglie e sino al primissimo secondo dopoguerra (ossia sino agli anni ’50) c’erano animali per il lavoro dei campi ed altre incombenze collegate. Nella modesta rimessa, tassativamente in fitto dal possidente locale essendo la proprietà il titolo di pochissimi … “fortunati”, viveva “Guerino”, lo splendido cavallo dal pelo scuro e stella bianca al centro della fronte, che era nato in periodo bellico dal che il nome mentre i suoi proprietari contadini erano sfollati sui monti dell’interno della regione per sfuggire a guerra e cannonate. L’animale veniva accudito con tantissimo amore e la bestia ricambiava con quanto sapeva e poteva fare : impegnandosi nel lavoro dei campi e nel trasporto di merci e persone con la tradizionale “trainella” (il carretto), ricevendo in cambio tanta biada, fieno, paglia e una stalla pulita, ampia ed accogliente dove stare e riposare. Altro ospite di altra rimessa contadina del tempo era “Barone”, il forte e poderoso mulo dalle mille fatiche, animale praticamente indistruttibile, dal che l’espressione corrente “sei forte come un mulo”.

Tanto “Guerino” che “Barone” erano preziosissimi per il lavoro della terra e i loro padroni li tenevano in perfetto stato, curandone al massimo il mantenimento. Entrambi venivano tenuti e trattati ottimamente, sia come detto per il lavoro dei campi e sia anche per le ridottissime ore di svago dei loro proprietari. In due/tre intere famiglie di ortolani venafrani (cioè anche 5/8 persone !) in piena estate viaggiavano infatti per ore sulla “trainella” per raggiungere da Venafro il Santuario della Madonna dei Lattani a Roccamonfina (Caserta) e ribadire la devozione della specifica categoria di lavoratori alla Vergine venerata tra i magnifici castagneti del Casertano altissimo. Le care “trainelle” tirate da cavallo o mulo : erano i mezzi di locomozione dell’epoca, scomodissime quanto si vuole, ma pur sempre belle, care ed originali.

Restando in tema di abitudini, usanze e comportamenti pregressi, come non ricordare poi il procedere a piedi per strada della coppia, sempre contadina, cioè quella prevalente dalle nostre parti nei decenni appena trascorsi. L’uomo, dall’andatura più imponente, con ai piedi scarpe “grosse” per il lavoro dei campi e con passo deciso come si conveniva all’epoca al sesso cosiddetto forte … (!?!), camminava avanti e sua moglie, più contenuta e modesta nell’aspetto e nel procedere ma con l’immancabile “b’rzetta” (borsetta) appesa al braccio e portata … non benissimo bensì con scarsa eleganza, la moglie -si diceva- a seguirlo in strada uno/due metri dietro, debitamente e volutamente a distanza, giammai a lato del marito o sottobraccio perché del tutto convinta del suo ruolo secondario rispetto all’uomo, condizione questa assolutamente accettata e condivisa nei decenni appena andati.

E sempre in linea con tale modo di vivere, pensare e comportarsi nei rapporti tra i due sessi, se si provava a chiedere all’uomo il proprio pensiero sulla donna in genere, sua moglie compresa, quegli dopo aver attentamente scrutato ed osservato nei dettagli l’esponente dell’altro sesso, non indugiava ad affermare con tono deciso, perentorio ed impossibile da controbattere … “ va taurrita !”, che per dirla in lingua italica corrente sta per “va posseduta con veemenza”, giusto come fa per natura il toro nel rapporto carnale con l’altro sesso ! Ecco alcuni “quadri” particolarissimi dei decenni appena andati, quando non c’era la tv, spesso di sera andava via la corrente elettrica e le famiglie erano numerosissime … ! Si concorda ? No ? Certo, si potrà convenire o meno, ma la realtà questa era !

Tonino Atella