Campobasso, 24 luglio 2023. Appena eletto, il nuovo Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, ha rivolto un indirizzo di saluto all’Aula.
Di seguito il testo intergrale:

Signor Presidente della Regione, signore e signori Consiglieri, vi prego di credere che non sono espressioni formali o di circostanza se vi ringrazio profondamente, con grande emozione, per la fiducia che avete voluto accordarmi affidandomi una carica di tanto prestigio, di tanta importanza e di tanto onore. Altrettanto sono
consapevole dell’impegno e del senso di responsabilità che si rendono necessari per assolvere al ruolo di garanzia, di vigilanza, di indirizzo e di equilibrio che intendo esercitare con il mio sforzo conoscendo l’importanza e la delicatezza della funzione del Presidente del Consiglio regionale, anche in considerazione del primo obiettivo che intendo perseguire: ravvicinare la politica ai cittadini, cercando di colmare quella distanza che sembra accentuarsi con una preoccupante progressione a ogni appuntamento elettorale. In
questo, credo che non possano esistere divisioni tra le diverse forze politiche alle quali mi rivolgo; anzi questo obiettivo, poi, deve essere oggetto di una battaglia comune e di una fattiva collaborazione nel senso più nobile, e più istituzionale dell’espressione. La collaborazione nel pieno e più totale rispetto delle singole prerogative,
il rispetto reciproco e la reciproca legittimazione non possono rimanere valori astratti, parole vuote e prive di conseguenze, devono concretarsi nel vivo dell’attività politica e questo Consiglio è la sede naturale, il luogo di elezione e che per questo deve riaffermare la sua centralità. Ma questa Assemblea deve anche guadagnare snellezza, agilità e dinamismo che consenta di stare al passo con i ritmi serrati, a volte forsennati, di un’epoca
sempre più veloce; un’epoca che richiede scelte, decisioni, provvedimenti rapidi ed efficaci, a fronte delle esigenze sempre più pressanti, continue, a volte disperate che provengono dalla società, dalle forze imprenditoriali, dai comuni, dall’associazionismo, dal volontariato e dalle attività sociali e culturali. Per questo, è nostro dovere garantire piena funzionalità ai propri lavori, in modo che questa Assemblea risulti sempre guidata da quei principi di etica e di responsabilità che noi tutti, maggioranza e opposizione, siamo stati chiamati a rappresentare.
E questo sarà un altro passo importante per riguadagnare la fiducia dei cittadini e riavvicinarli alle Istituzioni, che appartengono a tutti come un immenso e insostituibile patrimonio comune a cui attingere e contemporaneamente immettere nuova linfa. Per primo il Consiglio regionale, luogo in cui si determina l’indirizzo politico e programmatico dell’Amministrazione regionale, luogo in cui si traducono e si concretizzano le esigenze, le istanze, le giuste rivendicazioni che provengono dalla comunità, le continue
trasformazioni economiche e sociali, di cui la politica deve tornare a essere affidabile punto di riferimento in un confronto continuo, ricco di fermenti e di idee, ma soprattutto di soluzioni. Tutto questo aiuterà a riaprire quel dialogo con il Governo centrale, che appare quanto mai necessario e non più rinviabile, e questo può esistere solo con un Consiglio regionale forte, coeso, compatto, ripeto, nel totale rispetto delle proprie
prerogative e delle proprie differenze, ma unito nella difesa dell’identità regionale, dei valori che ci legano in quanto comunità ricchissima di storia e della nostra stessa sopravvivenza come entità autonoma e indipendente.
Mi piace ricordare in questa circostanza le parole del Presidente della Repubblica quando affermava che nella nostra storia, nella nostra visione, la parola “unità” si sposa anche con altre: la pluralità, la diversità, la solidarietà e la sussidiarietà. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo e dobbiamo rivendicarlo in questo Consiglio regionale restituendogli il ruolo di indirizzo, di guida e sopra tutto capacità di ascolto delle istanze.

Lo dobbiamo alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, ai giovani, ai
cittadini, troppo spesso sacrificati sull’altare del numero o della regola economica; lo dobbiamo a chi ancora si ostina a credere nell’avvenire di questa regione e lo dobbiamo anche a noi stessi.
È con impegno assoluto e incondizionato da parte di questa Presidenza che a nessuno mai, a nessun Consigliere, a nessun Gruppo, verrà chiesto di mettere da parte la propria identità, le proprie convinzioni politiche, le proprie idee e soprattutto il proprio ruolo di rappresentanza. Credo che siano sufficienti questi pochi cenni per realizzare che questa non può essere la fase dell’ordinaria amministrazione; è, invece, la fase in cui è necessario ritrovare, al di là delle differenze, al di là delle divisioni, quelle spinte e ideali che devono
accompagnarsi alla buona politica, alle buone scelte amministrative, alle risposte, alle azioni, ai risultati che restituiscono certezza e serenità ai cittadini.
E tutto questo, signor Presidente della Regione, signore e signori Consiglieri, non può che accrescere la nostra responsabilità, le responsabilità di questa Assemblea, che perciò deve caricarsi di un enorme lavoro; un lavoro che possiamo affrontare con fiducia solo se abbiamo la certezza di svolgere il nostro dovere con la lealtà, la correttezza e la serietà che dobbiamo a tutti i nostri concittadini.
Sono in chiusura e in chiusura consentitemi di richiamare con commozione e rispetto il ruolo e il decoro consegnato a questa Istituzione, che mi onoro di presiedere, da due grandi personalità politiche del passato a me estremamente care e consanguinee, l’eco della cui nobiltà d’animo è vivo ancora nel cuore di tante persone: Gabriele Veneziale e Lelio Pallente, entrambi scomparsi prematuramente ed entrambi interpreti autorevoli, competenti e gentili della Presidenza del Consiglio regionale. Grazie e buon lavoro a tutti noi. Diamo inizio alla XIII legislatura