Come più di qualcuno avrà letto o sentito, la compagnia teatrale Cast torna all’Auditorium di Isernia il 4 maggio con «Come ti rapino il dentino». In questi giorni tanti ci hanno fermato e chiesto se, dopo gli incresciosi episodi di fine anno con la giunta comunale e in particolar modo con chi rappresenta la cultura a Isernia, fosse tornato il sereno.

Urge, dunque, chiarire alcuni aspetti che per noi, a questo punto, sono più che fondamentali. Ci dispiace, ma sereno non era e sereno non è. Per un fatto innanzitutto di coerenza. Chi ha buona memoria ricorderà che dopo le “minacce istituzionali” (ma che di istituzionale hanno ben poco) arrivateci, avevamo detto chiaramente che finché la delega alla cultura sarebbe stata affidata a chi è solito attaccare senza alcuna ragione, non avremmo avuto più alcun rapporto con l’amministrazione: i nostri spettacoli si sarebbero tenuti nel nostro spazio “Il Proscenio”, evitando di usufruire dell’Auditorium. E così è stato fino ad oggi. E allora cos’è successo? Cambio di passo? Opportunismo? Niente di tutto questo. Semplice correttezza nei confronti della cittadinanza e del pubblico. Noi non abbiamo contattato nessuno: è stata infatti la Pro Loco a chiamarci dopo la débâcle di una delle compagnie. Siamo, per così dire, andati in soccorso dell’amministrazione. E ne siamo contenti, per il bene di questa città.

Certo: ci dispiace che nessuna telefonata ci è giunta da chi rappresenta la cultura. Sarebbe stato, crediamo, un gesto di garbo istituzionale, se non proprio di correttezza. Ma tant’è: di correttezza, d’altronde, ne abbiamo vista poca da quelle parti. Ecco, riconosciamo quantomeno una certa coerenza d’azione da questo punto di vista.

Vogliamo, però, che sia chiaro a chi è rimasto sorpreso dalla nostra partecipazione al cartellone dell’Auditorium, un punto: l’abbiamo fatto con piacere solo e soltanto per la cittadinanza e per il nostro pubblico; fermo restando gli eccellenti rapporti con il sindaco e con gli altri consiglieri, restiamo assolutamente lontani da chi, in questi anni, ha preferito minacciare piuttosto che lavorare per il bene della città, in sinergia con le associazioni e le compagnie, come la nostra, che dedicano ogni giorno della propria vita alla cultura.

Diceva Eduardo: «Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita». Noi vogliamo essere corretti anche giù dal palco. Ma siamo lontani e saremo sempre lontani da chi, invece, vive di inutili protagonismi.