Termoli- Cimino richiama Feltri dopo la consegna dell’onorificenza del Molise e della Fierezza Sannita
“Abbiamo degli obblighi etici, anche didattici nei confronti dei ragazzi che ascoltano la televisione, anche minori: che si utilizzasse un linguaggio corretto – ha detto Cimino -. Le trasmissioni, se lei va a vedere, molto spesso scadono con un turpiloquio che non fa bene né ai giornalisti né a chi ascolta le trasmissioni. Tra l’altro succede che i giornalisti, quelli importanti, quelli che partecipano a queste trasmissioni, vengano ricordati non per i 30, 40 e 50 anni di attività professionale che hanno svolto, ma per le ultime apparizioni poco consone alla categoria secondo me”.
“Hai ragione – ha risposto Feltri -, bisognerebbe rivedere tante cose. Anche la disciplina dei giornalisti andrebbe rivista. E comunque io sono ottimista e sono convinto che ce la faremo. Ce la faremo, ce la farà il Molise e ce la fa. E io voglio tornare a Guardialfiera, voglio morire a Guardialfiera”.
Cimino dopo avere ringraziato Feltri per lo spazio che dedica al Molise ha risposto alla domanda del direttore editoriale de ‘Il Giornale’ su “come va in Molise”. “Da un punto di vista editoriale – ha detto – c’è molta crisi. Però il Sud regge bene. I giornalisti del Molise sono particolarmente preparati, la stampa è corretta. Il sud è alla grande, ha meno mezzi, meno potenzialità, ma più testa di tanti altri colleghi, meno soldi, ma più speranza e più capacità”.
Feltri ha poi ricordato che “il 50 per cento dei giornalisti che ho avuto io in tanti anni di direzione che sono più di 50, sono del Sud. Sono arrivati qua in cerca di fortune, di poter fare il proprio lavoro, lo hanno trovato e sono i migliori. Lo posso dire”.
“A me piacerebbe – ha sottolineato Cimino – che restassero nel sud a fare i giornalisti e che avessero le stesse possibilità dei colleghi del Nord. Mi piacerebbe che anche la legislazione dia le stesse possibilità ai giornalisti ed editori del sud di restare al sud e di avere le stesse possibilità degli altri. Sono anni, decenni, che ascoltiamo sempre le stesse cose. Mi piacerebbe che l’Italia camminasse insieme, tutti uniti”. Feltri, per concludere, ha detto che “bisognerebbe che fosse un paese unito”.







