C’era una volta a Venafro “ La Passione “ … ! Sembra l’incipit di una classica e bella favola, di quelle che raccontano i nonni ai nipoti per divertire, far sorridere e lasciar sognare i loro piccoli, ed invece così non é. Al contrario trattasi di una storia nient’affatto bella, cioè dal lieto fine come accade appunto nelle favole, ma piuttosto di una vicenda dal finale tutt’altro che avvincente ed appassionante perché scrivendo de “ La Passione “ di Venafro, rappresentazione scenica della vita e del sacrificio di Gesù proposta per anni tra gli uliveti alla periferia ovest della città attirando tantissima gente (molisani e non), tv e media nazionali compresi, non si può fare a meno di sottolineare quanto la città abbia perso in immagine, nomea e risonanza dopo che “ La Passione “ è rientrata nei ranghi, senza essere più rappresentata ! In effetti era uno spettacolo ideato e messo su dai giovani di Venafro a partire dagli anni 60’/70’, che tanto vi si dedicavano e s’impegnavano affinché i riscontri dell’opinione pubblica regionale, interregionale e, come detto, nazionale fossero i più positivi possibile. Per decenni la cosa è andata avanti nella maniera più soddisfacente possibile e nelle serate pre/pasquali delle rappresentazioni de “ La Passione “, nelle adiacenze della Cattedrale tra i secolari oliveti della zona, il pubblico che accorreva per assistervi era decisamente numeroso e nient’affatto parco di applausi e consensi all’indirizzo del lavoro teatrale, delle ambientazioni sceniche ed ovviamente degli attori/protagonisti de “ La Passione “. Addirittura nelle serate in questione da altre regioni della Penisola si arrivava a Venafro in pullman per non perdersi quanto i giovani del posto avevano saputo portare in scena. Lavoro quindi perfetto e consensi popolari a josa. Poi però un brutto giorno “ La Passione “ non venne più riproposta ed “il giocattolo” dalla mattina alla sera si ruppe definitivamente ! Cosa era successo ? Niente di particolare, se non che quei giovani dei decenni trascorsi che l’avevano ideata, promossa e rappresentata erano cresciuti, diventando adulti e quindi professionisti, impiegati, commercianti, mariti, mogli, padri, madri ect., tanto da dedicarsi in toto alle loro superiori faccende personali e familiari senza trovare più modo e tempo di tornare a rimboccarsi le maniche per la loro “creatura” della gioventù, alias “ La Passione “. Ad onor del vero negli anni a seguire altre generazioni di giovani venafrani cercarono di raccogliere il testimone dello spettacolo, riuscendo a portarlo nuovamente in scena, ma tali tentativi ebbero breve durata e alla fine sulla bellissima “ Passione “ di Venafro calò definitivamente il sipario ! Cosa resta oggi di tanto a Venafro ? Praticamente nulla, purtroppo ! E’ tutto finito, tutto scomparso sotto l’incalzare inesorabile del tempo che cambia e modifica ogni cosa. O meglio, qualcosa è rimasto -vedi i resti abbandonati ed ormai inservibili sullo spiazzo verde a ridosso della Chiesa del Carmine di quella che una volta era la cabina di regia dello spettacolo- a confermare appunto che de “ La Passione “ di Venafro, rappresentazione unica ed assai significativa, non rimangono ormai che i cocci ! Scomparso il tutto e calato definitivamente il sipario sullo spettacolo, la città ci ha rimesso tantissimo in immagine, nomea e ribalta nazionale, aspetti questi nient’affatto secondari ma tutt’altro. Ecco, un ennesimo caso di quanto Venafro aveva ed oggi non ha più. E dispiace constatare l’assoluta mancanza della benché minima energia per rilanciare la città attingendo dal meglio della sua storia recente, in cui rientra  senza ombra di dubbio anche “ La Passione “ dei giovani venafrani degli anni 60’/70’, quale frutto dell’intelligenza, dell’impegno e del lavoro di tanti ventenni e trentenni dell’epoca.

 

Tonino Atella