di Pietro Tonti

Sta suscitando scalpore l’ordinanza provinciale con cui si vieta il transito sulla Strada provinciale 21 Isernia Castelpizzuto agli autoveicoli con portata a pieno carico superiore alle 18 tonnellate.  L’Ordinanza è la n.40 del 9 ottobre 2020 ed entrerà in vigore dalla data del 17 ottobre.

A Castelpizzuto vi è un’unica azienda, la Santa Croce Spa, dalla sorgente Castellina capta la pregiata acqua che imbottiglia nello stabilimento alle porte di Castelpizzuto e attraverso i mezzi pesanti e, solo attraverso autoarticolati che superano abbondantemente le 18 tonnellate riesce a distribuire l’acqua minerale in tutta Italia.

Bloccare il traffico per veicoli al di sopra delle 18 tonnellate, vuole dire chiudere l’azienda e mandare a casa i circa 100 dipendenti dell’unica risorsa economica del paese, in quanto è impensabile poter utilizzare da quello stabilimento mezzi alternativi per la distribuzione.

Certamente la Provincia deve tutelare la strada che nel corso degli anni per il passaggio dei mezzi pesanti ha ceduto in molti punti, come si evince dalle motivazioni della stessa ordinanza, richiedendo alla regione Molise un intervento di sistemazione, ma senza esito, almeno per il momento, nonostante siano stati fatti anche rilievi sulla provinciale. L’ente Provincia comunque non può non tener conto della situazione che si genererà qualora questa ordinanza dovesse entrare in vigore.

D’altro canto, il legale rappresentante della Santa Croce Spa si è rivolto ad uno studio legale,  procedendo per la messa in mora dell’ente, in quanto senza alcuna discussione o incontro preventivo, l’azienda si è vista arrivare solo l’ordinanza che di fatto impedirà dal 17 ottobre la produzione per l’impossibilità dei mezzi di giungere a Castelpizzuto per caricare la preziosa risorsa idrica.

Lo studio legale Di Tonno si sta occupando del caso per conto della Santa Croce, promette battaglia su tutti i fronti e risarcimenti.

Senza tener conto delle ricadute occupazionali negative per questo provvedimento e senza concertazione – scrive l’avvocato –  in un momento di estremo disagio per i cittadini nel periodo Covid, è assolutamente inopportuno chiudere la strada provinciale ai mezzi pesanti oltre le 18 tonnellate di portata, per cui invita l’ente  ad un dietro front per tutelare gli interessi di tutti.

Una questione che sicuramente si inasprirà e a cui bisogna trovare una soluzione che possa rispettare l’azienda, le maestranze impiegate e la proprietà pubblica stradale.

Basterebbe che la regione affidasse i lavori di rifacimento delle criticità stradali in tempi brevi per rasserenare gli animi e dare continuità gestionale all’unica azienda del luogo, ma la patata bollente è nelle mani del Presidente della Provincia Ricci che qualora non dovesse ritornare sui suoi passi con l’ordinanza, si assumerà una grossa responsabilità.