“Cardioncology Symposium: gestione multidisciplinare delle complicanze cardiovascolari della terapia anti-neoplastica”: questo il tema scelto per il convegno organizzato dalla sezione molisana dell’Arca (Associazioni regionali cardiologi ambulatoriali).

L’appuntamento con la prima edizione del convegno di cardioncologia è per sabato 23 febbraio, a partire dalle 8:00, al Grand Hotel Europa di Isernia.

Prevista la presenza, tra gli altri, di Giovanni Zito, presidente nazionale Arca.

Saranno inoltre presenti relatori di importanza nazionale e internazionale. Tra questi:

  • Marco Scarci (direttore chirurgia toracica UOC San Gerardo di Monza);
  • prof. Diego Cortinovis (direttore Lung Unit UOC Oncologia San Gerardo di Monza);
  • Andreas Eckart (direttore UOC Otorinolaringoiatria Sozialstiftung Bamberg – Germania);
  • Stefano Oliva (direttore UOC Cardiologia Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari);
  • prof.ssa Francesca Santilli (Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti)

Interverranno inoltre dirigenti medici di varie branche, a conferma della multidisciplinarietà dell’evento (per il programma completo vedi la locandina in allegato).

L’incontro rappresenta il debutto dell’Arca in Molise. Ed è un incontro che riveste particolare importanza, poiché “la nostra regione – spiega Cristiana D’Ambrosio, vice presidente dell’Arca Molise – non ha ambulatori dedicati di cardioncologia.

Si tratta di un modello organizzativo indispensabile in sanità, poiché permette un accesso equo e tempestivo del malato al servizio, concentrando varie esperienze professionali, dall’oncologo al cardiologo, passando per il medico di medicina interna.

In altre parole si tratta di un approccio multidisciplinare che consente di dare risposte più immediate ed efficaci al paziente.

Oggi il Molise non è in grado di dare risposte complete e in tempi ragionevoli. Eppure la valutazione cardio-oncologica deve essere eseguita in tempi rapidi, pena il rallentamento delle cure oncologiche o – conclude D’Ambrosio – un intollerabile aumento del rischio cardiaco di tossicità delle terapie antitumorali”.