In soli tre giorni siamo precipitati nel baratro del contagio. Non c’è che dire, andiamo sempre in controtendenza e questa fase due che doveva essere di rilancio delle attività economiche si palesa nefasta, quasi ci fosse una volontà divina che preclude ai molisani quel minimo di tranquillità necessaria alla sopravvivenza.

63 casi di positività in 72 ore è un record di negatività che nessuno si aspettava. Mentre il Presidente Toma vuole far riaprire ristoranti, bar, parrucchieri ed estetiste il 18 maggio, si rischia di tornare al punto di partenza.

A contrapporsi alla volontà presidenziale è Andrea Palladino il noto scienziato molisano che lavora e vive a Berlino che dalle pagine del Quotidiano del Molise ci informa: Riaprire ora sarebbe una follia, si sta scherzando con il fuoco”invitando le autorità sanitarie a fare i tamponi a tutti per evitare che Campobasso diventi una fucina di contagi incontrollabile con le conseguenze nefaste che hanno caratterizzato Codogno. Senza tamponi ogni tre giorni i contagi si raddoppiano.  Il parametro R.0. ad inizio epidemia era compreso tra 4 e 5, significa che ogni persona in media ne infettava altre 4 o 5. Questo è ciò che accade se viene lasciato libero sfogo all’epidemia e se non vengono tracciati e isolati i contatti a rischio.

Sulle origini del paziente zero sul cluster dei Rom si indaga. Potrebbero essere i parenti giunti da Vasto già infettati, ma non si sa con certezza, si naviga nelle ipotesi.

Una paura diffusa aleggia sul capoluogo di regione, quella che oggi o domani i numeri dei contagiati possa crescere anche nella popolazione no Rom. Infatti Campobasso è piccola e l’isolamento dei soli quartieri interessati, potrebbe essere insufficiente per limitare la diffusione del virus.

Si teme quindi che nei giorni scorsi ci possano essere stati contatti con persone di altri quartieri anche distanti da quelli di residenza, ma bisognerebbe eseguire tamponi a tutta la popolazione per appurarlo.

Qualora vi fosse un incremento esponenziale dei contagiati, le autorità sanitarie sarebbero costrette a decretare Campobasso zona rossa inaccessibile e si ritornerebbe in quarantena, ipotesi da scongiurare a qualunque costo, sarebbe un danno incalcolabile all’economia già fragile della città.

Da notare l’assenza totale di interesse nazionale su questo cluster e su Campobasso.