Oggi Corpus Domini e Misteri a Campobasso nel tricentenario della nascita del suo inventore Paolo Di Zinno.

Grande partecipazione delle istituzioni alla presentazione dell’evento più atteso dell’anno nel capoluogo di regione. Con l’avvento della nuova amministrazione comunale a Guida pentastellata, con Roberto Gravina primo cittadino, come da tradizione il sindaco non è mancato all’appuntamento con il Diavolo per cospargersi il viso del nero degli inferi.

E oggi la sfilata degli ingegni di Di Zinno per le vie della città.

Ricalchiamo la storia di questo evento che affonda le radici nel XXIII°secolo.

L’ORIGINE DEL CORPUS DOMINI

La festa, che San Francesco chiamò Corpus Domini, affonda le sue radici nell’ambiente ricco di fervore della Gallia Belgica, ed è dovuta alle rivelazioni della beata Giuliana di Retine, priora del monastero di Monte Cornelio, che nel 1208 vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, ma con un pezzo scuro; a lei il Signore disse che la Chiesa mancava ancora di una solennità in onore del SS. Sacramento. Fu così che nel 1246 il Vescovo di Liegi aveva istituito l’uso di una festa dedicata.
Nel 1263 un sacerdote boemo: Pietro da Praga, passando da Bolsena celebrò sull’altare di Santa Cristina. Durante la celebrazione venne assalito da dubbi sulla trasformazione dell’ostia e del vino; fu a quel punto che dall’Ostia iniziò a sgorgare sangue; la notizia raggiunse il Papa che risiedeva ad Orvieto il quale richiese i paramenti macchiati di sangue. Durante il tragitto da Bolsena ad Orvieto gli abitanti dei luoghi attraversati rendevano omaggio spargendo fiori al passaggio.
Nel 1264 il Papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini.
La solennità, che dal Concilio Vaticano II è individuata nella seconda domenica dopo la Pentecoste, è importantissima in quanto se nel giovedì santo c’è l’istituzione dell’Eucarestia, è nel Corpus Domini che la chiesa stabilisce la sua origine nella comunione con Cristo.

I MISTERI DEL DI ZINNO

Nel 1740 le Confraternite di Sant’Antonio Abate, Santa Maria della Croce e della Santissima Trinità fanno costruire al Di Zinno sei macchine ciascuno
Di Zinno non volle sacrificare la suggestione che erompe completa ed avvincente dall’oscillare naturale dei capelli al vento, alla viva luce degli occhi mobili, dal colorito delle guance, dal palpito del respiro.
Volle, quindi, conservare la vita nella sua intima essenza ma affidò ai corpi la funzione delle statue, immobilizzando busti, gambe e braccia negli atteggiamenti richiesti dall’azione scenica, legando i protagonisti a sostegni invisibili in modo quasi prodigioso.
Ogni Mistero è costituito da una barella di legno nella quale è inserita una struttura in ferro e acciaio (per ottenere dall’uno resistenza e dall’altro elasticità) che, sviluppandosi in verticale, si ramifica e porta ad ogni estremità delle imbracature, in ognuna delle quali viene posto un bambino.

I bambini rappresentano angeli, diavoli, santi e madonne e sembrano sospesi nel vuoto perché le imbracature sono nascoste dai costumi e la struttura diventa parte integrante degli elementi decorativi del Mistero diventando per esempio il piede di un tavolo (Misteri di San Crispino e di San Nicola), il picciolo di un cedro (Mistero di San Nicola), un serpente (Mistero dell’Immacolata Concezione), una catena (Mistero di San Michele), un bastone da pellegrino (Mistero di San Rocco). Sulla base del Mistero sono presenti altri personaggi interpretati, a seconda del ruolo, da bambini o da adulti.
I Misteri vengono portati a spalla in processione per le vie della città e il passo cadenzato dei portatori, facendo oscillare la struttura in ferro, crea l’illusoria sensazione di vedere angeli e diavoli volare a diversi metri da terra.
Di Zinno, intorno al 1740, ideò ben ventiquattro Misteri ma sei non ressero al collaudo e altri sei, che rappresentavano il Corpo di Cristo, la SS. Trinità, Santa Maria della Croce, la Madonna del Rosario, Santo Stefano e San Lorenzo, furono distrutti durante il terremoto del 26 luglio 1805 dal crollo degli edifici in cui erano conservati. Da allora hanno sfilato i rimanenti dodici Misteri raffiguranti Sant’Isidoro, San Crispino, San Gennaro, Abramo, Maria Maddalena, Sant’Antonio Abate, l’Immacolata Concezione, San Leonardo, San Rocco, l’Assunta, San Michele e San Nicola fino al 1959 quando i cugini Tucci realizzarono un tredicesimo Mistero, il Santissimo Cuore di Gesù, sulla base di un disegno attribuito al Di Zinno.

I MISTERI A CAMPOBASSO

N
ell’Apprezzo della città del 1688, l’ing. Nauclerio parla della festa del Corpus Domini sottolineando la cerimonia di portare il Pallio della cappella della Chiesa di San Leonardo, in cui veniva conservato, dai preti fino alla fonte dell’Acquasanta, dai Protettori fino al piano di strada e dai 4 Maestri che lo consegnavano poi al Signore della città o Mastrogiurato o ai sindaci. Passava poi alle persone civili che lo consegnavano agli artigiani. Alla fine della manifestazione i Protettori e i quattro Maestri riprendevano il palio davanti alla chiesa e lo riportavano in Cappella.

Nel 1732 è Stendardo nella sua perizia a riparlare della festa:
“La festa si celebra nella Chiesa di San Leonardo situata avanti il Palazzo Ducale, nella quale processionalmente vanno diversi misteri al naturale, cioè le due Confraternite della SS. Trinità e Santa Maria della Croce vanno con i loro confrati e sei misteri (un anno per ciascheduno) e quella di Sant’Antonio Abate va ogni anno la sua Confraternita con suoi sei misteri il tutto con lumi di cera, coll’associamento di tutti i religiosi che stanno di stanza nelli sei Monisteri ed unitamente vanno circuendo tutta la Terra.” Notizie tratte da: http://www.centrostoricocb.it