di Claudia Mistichelli
Le tragedie come questa dell’Hotel Rigopiano ci riportano alla realtà e ci ricordano che l’Italia è un Paese ad alto rischio sismico. Ma prevenzione e controllo sono due parole ormai obsolete in Italia.
La neve nei paesi di montagna (evento naturale da tenere sotto controllo) e le alluvioni (che ogni anno si ripresentano puntuali negli stessi luoghi) diventano eventi eccezionali.
Intanto si continuano a smantellare interi comparti utili sia al primo soccorso che all’ordine pubblico. Infatti, il personale sanitario, quello della protezione civile e delle forze dell’ordine, oltre ad essere ridotto all’osso, spesso ha mansioni non appropriate, o fa da balia ai migranti e ai centri di accoglienza.
Eppure l’Italia ha un alto grado di disoccupazione, ma invece di assumere, si preferisce offrire bonus ad oltranza e cassa integrazione a vita, anche se nel nostro bel Paese le emergenze ormai sono all’ordine del giorno: arrivi di migranti, incendi, terremoti, alluvioni, frane, nevicate o slavine.
Chiunque abbia un parente o un amico tra i soccorritori, volontari, sanitari e forze dell’ordine, sa che ci vuole coraggio, forza e cuore per far parte della squadra degli angeli del soccorso. Uomini e donne che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri e che lasciano le proprie famiglie per molti giorni.
Oltre alla giusta preparazione professionale, ci vuole coraggio ad affrontare psicologicamente situazioni di emergenza come incidenti mortali o tragedie legate ai terremoti, o a qualsiasi altra criticità.
Ci vuole forza fisica a lavorare duramente (senza sosta, senza riposo, senza confort) tra le intemperie, scavando e spesso raggiungendo a piedi luoghi impervi.
Ci vuole un cuore grande nell’immedesimarsi nel dolore altrui e a lasciare i propri problemi a casa.
Sinceramente un grazie è troppo poco per questi nostri supereroi.