“10 settembre 2004, avevo 5 anni.
Rcordo che era una bella giornata di sole, mio padre, come ogni mattina, prima di andare a lavoro mi diede un grosso bacio.
Io da piccola bambina che ero giocavo in casa, ad un certo punto vidi mia madre agitata. Non capivo nulla. I suoi occhi non brillavano più di gioia. Andò via. Mio padre quella sera non tornó a casa e io ero molto preoccupata, avevo addosso qualcosa di fastidioso, qualcosa che non capivo, ero incosciente di ciò che era accaduto.
Chiesi a mia madre dov’era papà, il mio papà, e lei mi rispose: “PAPÀ NON C’È PIÙ”!
Non capivo perché, lei piangeva, io anche.
La sera vidi tanta gente a casa mia.
Mia madre era molto abbattuta…
Io sono cresciuta e piano piano mia madre mi raccontò tutto di quel giorno buio.
Mio padre cadde da un impalcatura di 10 m, morì poco dopo essere stato portato in ospedale.
Tiziano Santelia, 35 anni, morto sul lavoro!
Mio padre è stato e sarà sempre un eroe per me!
Quello che mi rimane di lui è un amore immenso, indescrivibile. Lo amo e lo amerò per sempre!
Ora ho 20 anni, sono passati 15 anni e quel vuoto dendro di me ci sarà per sempre!
Camilla Santelia”
Il Comitato Direttivo dell’associazione Giuseppe Tedeschi si stringe con affetto, stima e amicizia a CAMILLA, componente e attivista dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi”, auspicando insieme a lei la ripresa di una forte mobilitazione educativa, culturale e formativa sui temi della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il ricordo di quel tragico 10 settembre del 2004 in cui un giovane operaio, assunto come interinale per 30 giorni, perse la vita nel mentre si accingeva a completare il periodo lavorativo.
Nessuno potrà mai cancellare le lacrime dal viso di Camilla, ma tutti possiamo adoperarci perché gli operai non siano considerati come una merce o un oggetto inanimato.