Il comportamento ondivago del governo nazionale rischia seriamente di rendere ancor più difficile la ripresa di un’Italia letteralmente in ginocchio. Spesso leggo dichiarazioni di rappresentanti molisani dei partiti di governo, critici nei confronti dell’esecutivo regionale ma poco incrini a valutare quanto sta accadendo a Roma. Del resto, è molto più facile puntare il dito contro gli altri piuttosto che guardare i difetti in casa propria”, queste le dichiarazioni del consigliere regionale Filomena Calenda che nelle ultime settimane sta ascoltando le numerose istanze provenienti dalle tante categorie in difficoltà. “Stiamo facendo il possibile, sono in costante contatto con il presidente Toma per cercare di anticipare la riapertura di diverse attività produttive e commerciali. Nel rispetto delle norme anti-covid credo che il sistema Italia debba ripartire, ma è difficile con un governo nazionale che rema contro, che non assume decisioni e che continua a perdere tempo. Nell’ultimo bilancio regionale – ha spiegato il presidente della IV Commissione – sono stati stanziati 58 milioni di euro per la gestione della fase successiva all’emergenza, 45 per le attività produttive e il resto per il sostegno alle famiglie e per l’inclusione sociale. Stanziamenti che sono stati reperiti attraverso un’attenta riprogrammazione dei fondi europei. Questo vuol dire che, ad oggi, dal governo nazionale non sono arrivate misure concrete per il rilancio dell’economia regionale. Tante promesse ma nessun finanziamento. Cinque Stelle e Partito Democratico non fanno altro che litigare e non sembrano in grado di decidere con risolutezza, così come andrebbe fatto in questi momenti. Il decreto maggio è solo una bozza e, sino ad ora, gli aiuti ai settori economici in difficoltà, agli imprenditori, alle partite iva, ai commercianti e alle famiglie si sono tramutati in poco più di un’elemosina. Cosa sono 600 euro rispetto alle perdite causate da oltre due mesi di inattività? Inoltre – ha proseguito Calenda –, si continua a puntare sui prestiti agevolati, senza comprendere che, invece, servirebbe una manovra shock, basata sullo snellimento della burocrazia, sulla flessibilità lavorativa e, soprattutto, su liquidità immediata e incentivi a fondo perduto”.

Non da ultimo Calenda ha rivolto lo sguardo al mondo del sociale. “Nei momenti di difficoltà sono sempre le categorie più deboli a subire le maggiori conseguenze. Numerosi servizi per coloro che sono affetti da particolari patologie stentano a ripartire, il mondo della disabilità sta pagando un caro prezzo. Non volgiamo lo sguardo dall’altra parte – ha concluso il consigliere regionale –, non dimentichiamoci di loro”.