di Pietro Tonti

C’è chi la politica la fa e chi la subisce. Filomena Calenda non la subisce, ha maturato esperienza da vendere in ambito politico e anche scaltrezza. Lo scacco matto  l’assessora al lavoro e al sociale, lo ha dato oggi pomeriggio, rassegnando le sue dimissioni, ponendole nelle mani del presidente Toma.

In 24 ore la giunta si ritrova praticamente dimezzata. Motivo delle dimissioni: “la nuova delibera della Gollo che conferma la sostituzione del primario di chirurgia del Veneziale, Gianni Vigliardi”.

La Calenda ne ha fatto una questione di principio in difesa dell’ospedale di Isernia e si è dimessa. Questa la motivazione da un primo acchito, notevole e riabilitante nei confronti del popolo di Isernia, che non reagì bene all’assunzione delle deleghe assessorili elargite da Toma.

Ci furono prese di posizioni acerrime nei confronti della Calenda, sempre vicina agli ultimi e al sociale per scelta politica e competenza, bisogna dirlo. Le dimissioni giungono dunque quale mossa da scacchista navigata, nel riconquistare quello che qualcuno poteva pensare fosse stato a lei sottratto, come lontana dalla realtà cittadina, impegnata più a seguire il Presidente nelle sue strade tortuose di gestione della cosa pubblica, in primis,  una sanità colabrodo che elimina anche quel poco di buono che è rimasto. Vigliardi è stato un’eccellenza nel suo lavoro di chirurgo all’ospedale di Isernia, questo non ha temi di smentita.

L’opinione pubblica mobilitata per dire no alla sua sostituzione, sotto l’egida di un qualcosa che non conosciamo. Un ex Direttore Florenzano che al fotofinish prima di congedarsi,  nomina un altro chirurgo, ci chiediamo a dispetto o altro? La mozione del Consiglio regionale ignorata dalla Gollo che conferma la sostituzione di Vigliardi, hanno fatto scattare Calenda, sicuramente dopo una riflessione politica e pragmatica oculata.

Forse avrà pensato: “se non intervengo in maniera decisa, non ci sarà trippa per gatti alle prossime regionali?”. La distanza da Toma e dal suo modus operandi sanitario, sarà stato un atto dovuto di sopravvivenza politica? E’ lei la paladina del sociale e il bacino elettorale primario è sulla provincia di Isernia, massacrata da decisioni sanitarie di tagli e perdite continue. Dal tritacarne delle decisioni “tomiane sanitarie” Calenda prende le distanze, in linea con chi come Emilio Izzo la criticava aspramente, tanto da aver effettuato sit – in di protesta, davanti la sua sede elettorale, all’indomani dell’accettazione del ruolo assessorile.

Quando mancano meno di 100 giorni alla data delle elezioni regionali, la campagna elettorale si apre con questo ulteriore colpo di scena, dopo la sentenza della Cassazione che ha sancito l’illegittimità della norma sulla surroga approvata dal Consiglio regionale con effetti retroattivi.