A soffrire maggiormente sono: mucche, galline, polli, maiali e api


L’ondata di caldo africano che, dopo le grandinate e le trombe d’aria di due settimane fa, ha colpito anche il Molise sta provocando notevoli difficoltà agli allevatori. Le difficoltà maggiori si registrano nelle stalle dove mucche, maiali e polli soffrono particolarmente il caldo, ma anche le api stanno risentendo del gran caldo degli ultimi giorni abbassando la produzione di miele in regione di circa il 40 %.
“Questa situazione meteorologica – spiga Coldiretti – costituisce la punta dell’iceberg delle anomalie di questa pazza estate con la prima metà di luglio che, a livello nazionale, è stata segnata dal maltempo, con 10 grandinate al giorno, dopo un giugno classificatosi al secondo posto dei più bollenti dal 1800, con temperature superiori di 3,3 gradi rispetto alla media, un maggio freddo e bagnato e i primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi”.

Scendendo più nello specifico, va tenuto presente che per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo, nelle stalle, sono già scattate le contromisure anti afa mediante l’utilizzo di ventilatori e doccette refrigeranti, mentre gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge così anche un aumento dei costi per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali. In Molise la situazione è spesso anche più difficile in quanto non tutte le stalle sono dotate di moderni impianti di refrigerazione e dunque gli animali sono costretti a sopportare il caldo con tutto quanto ciò comporta in termini di stress e di mancata produzione.

Una Situazione analoga si registra negli allevamenti di maiali dove gli animali perdono appetito e rallentano così la crescita, nei pollai, invece, si registra un calo della produzione di uova e negli allevamenti avicoli aumenta la mortalità di polli a causa del caldo all’interno dei capannoni che, seppur refrigerati, non riescono a tenere la temperatura interna a livelli sufficientemente freschi.

Discorso simile per le api che, stressate dal caldo improvviso degli ultimi giorni, dopo un mese di maggio caratterizzato dal maltempo, ora sono impegnate soprattutto a garantire la sopravvivenza dell’alveare attraverso un’azione di “ventilazione naturale” per evitare che la cera all’interno dei loro nidi si sciolga e dunque non si dedicano più alla raccolta del nettare ed alla conseguente impollinazione dei fiori. Con le alte temperature, inoltre, in pericolo ci sono anche le nuove covate, con le operaie al lavoro per salvarle dalla disidratazione ed evitare che le temperature interne alle arnie superino i 33-36 gradi.

fonte: ColdirettiMolise