Si è riunito oggi, presieduto dal Presidente Salvatore Micone, il Consiglio regionale.
In apertura di seduta il Presidente della Giunta Donato Toma ha notiziato l’Aula di aver
ricevuto ieri la notifica della deliberazione del Consiglio dei Ministri sulla nomina del
Commissario e del sub Commissario per il rientro del debito sanitario della Regione Molise.
Il Presidente Toma ha riferito all’Assemblea di aver partecipato, su espresso invito, alla seduta del 7 dicembre del Consiglio dei Ministri. In quella sede lo stesso Presidente ha espressoriserva di impugnazione della nomina del Commissario ad acta che identifichi lo stesso in un soggetto differente dal Presidente della Regione Molise.
Lo stesso Presidente della Giunta ha anche segnalato al Governo come la Conferenza delle
Regioni, convocata per il prossimo 13 dicembre, ha previsto al punto 12 dell’odg di affrontare le problematiche relative ai Piani di rientro dal disavanzo sanitario e ai Commissariamenti ad acta nell’ambito del Nuovo Patto per la Salute. Ciò nella considerazione che è prevista la sottoscrizione, entro il prossimo 31 marzo 2019, del Patto per la salute 2019-2021. “Per tale motivo –ha rilevato Toma- si chiede al Governo che qualsiasi decisione riguardante la Regione Molise in tema di Piano di rientro e di Commissariamento ad acta per il rientro dei disavanzi sanitari, diversa dalla nomina del Commissario che dovrà necessariamente coincidere con la figura del Presidente, venga discussa ed inserita esclusivamente nell’ambito del Patto per laSalute”.
Toma ha quindi presentato al Consiglio dei Ministri una relazione della struttura commissariale e sottoscritta dall’attuale sub-Commissario ad acta, dal Direttore Generale della Salute della Regione Molise e dal Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Regionale Molise dalla quale si evince il trend positivo della performance aziendale che ha garantito il superamento della sufficienza dei Livelli Essenziali di Assistenza con previsione di un ulteriore progresso funzionale al superamento della soglia dei 170 punti.
Il Presidente della Regione ha quindi riferito ai Consiglieri che al momento l’intera questione è allo studio dei suoi legali per le iniziative da intraprendere.
Su proposta del Presidente della Commissione per la verifica delle condizioni di eleggibilità,
Consigliere Nicola Eugenio Romagnuolo (che ha anche relazionato sulla questione all’Aula),
l’Assemblea regionale ha approvato all’unanimità la convalida dell’elezione del Consigliere
Angelo Michele Iorio.
Il Consigliere Scarabeo ha chiesto ed ottenuto l’iscrizione e l’immediata discussione di un
ordine del Giorno avente ad oggetto: “problematiche ambientali emergenti da uno studio
epidemiologico sulla popolazione molisana condotto dal dott. Fabrizio Bianchi-Responsabile
Unità Epidemiologica ambientale e registri di patologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa”.
Ha illustrato all’Aula l’atto di indirizzo il primo firmatario Scarabeo. Hanno sottoscritto l’atto
anche i Consiglieri Cefaratti, D’Egidio, Romagnuolo N.E., Iorio, Di Lucente, Matteo, Tedeschi, Calenda, Micone e Pallante.
Sono intervenuti nel dibattito i Consiglieri Tedeschi, Fanelli, Greco, Facciolla, Manzo e il
Presidente della Giunta Toma. L’odg è stato quindi approvato all’unanimità.
L’ordine del giorno prende atto dello studio epidemiologico sulla popolazione residente nell’area di Venafro e della Valle del Volturno condotto dal dott. Bianchi, Responsabile Unità
Consiglio Regionale del Molise
Epidemiologica ambientale e registri di patologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di
Pisa, su incarico dell’Associazione “Mamme per la salute e per l’Ambiente Onlus”. In particolare si osserva che lo studio ha rilevato, sulla base dei ricoveri registrati, cause legate a tumori al polmone, malattie del sistema cardiocircolatorio e cardiache, malattie cerebrovascolari, malattie croniche ed acute del sistema respiratorio, malattie dell’apparato digerente, malattie dell’apparato urinario.
Il Consiglio quindi, sulla base di queste motivazioni, con l’approvazione dell’atto di indirizzo,
impegna la Giunta regionale e il suo Presidente ad: approfondire i dati dello studio attraverso un eventuale sostengo regionale per la continuazione dello studio sulle cause e fattori di rischio al fine di perfezionare un’azione politica che questa Regione può portare avanti per correggere e/o eliminare tali rischi a salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente.
Aprire un confronto istituzionale al fine di garantire una conferente offerta sanitaria
pubblica dell’area della provincia di Isernia alla cura delle malattie respiratorie,
cerebrovascolari e tumori della mammella.
L’Assemblea ha quindi approvato all’unanimità la proposta di legge concernente “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 ottobre 2013, n. 15 (Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere).
Il testo giunto all’esame del Consiglio è frutto della sintesi fatta in IV Commissione di due
proposte di legge sullo stesso tema presentate rispettivamente dai Consiglieri Matteo, Calenda, Romagnuolo A., Scarabeo, Micone, Di Lucente, D’Egidio, Romagnuolo N.E., Cefaratti, Tedeschi, Scuncio e Pallante, e dalla Giunta regionale.
Ha illustrato la proposta il Relatore del provvedimento, Consigliere Paola Matteo; sono
intervenuti nella discussione generale e per dichiarazione di voto i Consiglieri Calenda, Fanelli, Manzo, Facciolla, Greco e il Presidente della Regione Toma.
Il Relatore Matteo ha evidenziato nel suo intervento come la legge regionale 15 del 2013 sulla violenza di genere ha bisogno di modifiche sia perché negli ultimi 5 anni sono state varate nuove norme sia perché il testo vigente non contiene nessun riferimento allo stalking e ai reati a sfondo sessuale. “Si è reso pertanto necessario –ha rilevato Matteo- adeguare il testo normativo rendendolo conforme a quanto sancito dalla legislazione nazionale ed europea”.
La proposta di legge tiene conto della ratifica dello Stato italiano della Convenzione di Istanbul che rappresenta il primo strumento internazionale vincolante che istituisce un sistema di tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza, includendo l’assistenza, la prevenzione, la repressione ma anche la protezione delle vittime.
Il 27 novembre 2014 –si sottolinea ancora nella relazione- viene firmata l’Intesa tra Governo e Regioni, anche qui diventa necessario modificare la normativa regionale per quanto riguarda i Centri Antiviolenza e le Case di Rifugio, conformandola a quanto disciplinato dall’Intesa, sia in relazione agli Enti deputati alla loro gestione che ai loro requisiti strutturali ed organizzativi.
A riguardo la Matteo ha precisato che in Molise si è optato per una gestione pubblica della
materia, affidando agli Ambiti territoriali sociali la realizzazione dei tre centri antiviolenza, a
Campobasso -ove ha sede anche la casa rifugio ad indirizzo segreto- a Termoli e a Isernia. Con le modifiche applicate alla legge 15, le residenze che assicurano ospitalità alle donne costrette ad allontanarsi dalla propria casa e denominate precedentemente “Dimore dei diritti”, vengono ora definite “Case rifugio di primo e di secondo livello”. Le Case rifugio sono strutture dedicate, ad indirizzo segreto, che forniscono alloggio sicuro alle donne che subiscono violenza e stalking e ai loro figli. Viene quindi previsto il servizio gratuito per le donne residenti in Molise e per i loro figli. La Regione supporterà l’azione genitoriale attraverso l’accoglienza e la presa in carico dei figli minori di età con interventi a carattere educativo, ricreativo e ludico.
In considerazione poi dell’emanazione nel 2017 delle linee guida nazionali per le aziende
sanitarie sui cosiddetti “Codici Rosa” vengono prodotte specifiche modifiche alla l.r. 15/2013 per consentire all’Asrem di organizzare un sistema di accoglienza con spazi protetti, in cui la donna possa essere visitata e sottoposta ad ogni accertamento clinico. Spazi che fungano anche da ascolto e da prima accoglienza dove poter repertare il materiale utile per una eventuale denuncia, nel pieno rispetto della privacy.
Viene previsto in ultimo che la Regione adotti, al fine di garantire l’efficacia, l’omogeneità sul territorio e l’attuazione integrata degli interventi, adotti il Piano regionale triennale di
prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
Il Consiglio regionale ha infine approvato la proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri
Romagnuolo N.E., Tedeschi, D’Egidio, Fontana e De Chirico riguardante le “disposizioni per la quantificazione dei prelievi per uso irriguo”.
Ha illustrato la proposta il Relatore del provvedimento e primo firmatario, Nicola Eugenio
Romagnuolo; sono intervenuti nel dibattito per esprimere le proprie posizioni in merito e
avanzare proposte i Consiglieri Romagnuolo A., Facciolla, Fanelli, Nola, Primiani, Greco, De
Chirico e il Presidente Toma.
La proposta di legge è stata approvata a maggioranza con i voti contrari dei Consiglieri
Facciolla, Fanelli e Nola e l’astensione dei Consiglieri Greco, Primiani e Manzo.
Nella relazione il Consigliere Romagnuolo ha evidenziato come il decreto legislativo n.
152/2006 in tema di tutela quantitativa della risorsa e del risparmi irriguo, imponga alle
Regioni di disciplinare le modalità di misurazione dei prelievi idrici per ogni tipologia di uso, al fine di poter avere dati certi sul fabbisogno per definire una pianificazione ragionata dell’uso dell’acqua al fine di promuovere comportamenti virtuosi per prevenire possibili crisi dellarisorsa idrica. Le linee guida emanate dal Ministero per le politiche agricole, alimentari eforestali del 31 luglio 2015 impegnavano quindi di conseguenza le Regioni in tal contesto adadeguare i loro orientamento interno. “Di qui la proposta di legge –ha rilevato ancora
Romagnolo- che fa propri i criteri e i principi espressi dalle linee guida del Ministero e ne
demanda l’attuazione ad un regolamento regionale redatto dalla Giunta che ne dovrà
dettagliare gli aspetti di natura tecnica”.
In particolare l’art. 1 prevede che la Regione, al fine di tutelare il buon regime delle acque e salvaguardare le risorse idriche, favorisca una gestione razionale dei consumi irrigui, in
attuazione di principi di tutela quantitativa della risorsa e di risparmio idrico nel rispetto della normativa comunitaria ed in funzione di principi e degli obblighi del decreto legislativo
152/2006. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della nuova legge regionale, la Giunta emana un regolamento di disciplina delle modalità di quantificazione dei volumi idrici di uso irriguo e della raccolta, trasmissione e gestione dei dati, secondo i principi e i criteri del decreto delle Ministero delle politiche agricole del 31 luglio 2015.