dal Direttore

Un buon Natale dalle tante incognite e misteri. Incognite per il futuro in preda, dopo due anni di battaglie perse, ad una pandemia che non ha fine.

Mistero, di come si parli di vaccini a tutti i livelli, mentre la comunità scientifica, pur sapendo che qualche errore di fondo è stato fatto, se nonostante una campagna vaccinale mondiale a reti unificate e senza tregua, siamo ancora preda dell’ennesima ondata di coronavirus e di blocchi al lavoro, alla libera circolazione e alla libertà individuale.

Quante dosi del leviatano cosiddetto “vaccino” il popolo dovrà iniettarsi? Prima, seconda, terza dose, ma ora non basterà; ogni 4 mesi un’altra dose e ancora così all’infinito?

Sappiate che le regole sono fatte per essere rispettate, fino a quando non superano livelli  di assurdità e diventano inconcepibili da assorbire.

Crediamo nella scienza medica anche se, questa logorroica campagna monotematica sui vaccini ha ammorbato; stessa cosa, quella ristretta elite di virologi che invece di vivere pedissequamente in onda sulle reti nazionali, potrebbero dedicarsi al loro lavoro negli ospedali di riferimento e lasciare solo al Governo l’onere dell’informazione, veritiera o discutibile che sia.

Nella storia non si è mai visto un vaccino che non provoca immunità a chi lo riceve e quanto meno a chi ti sta accanto;

Nella storia non si è mai somministrato un vaccino e a distanza di qualche settimana, un altro vaccino alla stessa persona di un altra casa farmaceutica e magari con un altro principio attivo.

Nella storia non si è mai somministrata vaccinazione di massa in tempo di pandemia.

Quando si deciderà di puntare su cure e non più sul vaccino tedioso e dagli effetti collaterali incerti; quando si deciderà di approvare cure farmacologiche in grado di curare immediatamente ai primi sintomi, relegando il virus a un livello di influenza stagionale, sarà sempre troppo tardi.

Basta con questa unica soluzione, quando si parla di scienza medica nel 2021 si spera che i luminari possano trovare immediatamente le giuste soluzioni ad un grave problema. Rendiamoci conto che il vaccino non è risolutivo, è solo un palliativo per non riempire le terapie intensive di malati, se il virus continua ad essere tra noi e non si debella, la colpa non è di chi non si vaccina o di chi si è vaccinato, le colpe ancora una volta sono delle scelte che fino ad oggi si stanno rivelando inappropriate nel trovare una soluzione definitiva al problema coronavirus.

Intanto, tutti mascherati come banditi, limitando gli scambi di auguri a gomitate e pugni chiusi, senza baci e abbracci, anche per questo secondo anno, ci apprestiamo ad affrontare con sgomento e incertezza il Santo Natale. Giunga a tutti i nostri lettori in ogni dove il nostro messaggio augurale.

Mutuando il lavoro pittorico dell’artista messicano Diego Rivera nel 1932, in questo momento estremamente d’attualità, con un Gesù bambino con la vaccinazione in corso, appena nato nella culla, con infermieri e medici dal capo chino e facce tristissime, specchio dei nostri tempi.

Pietro Tonti