“Ci illudiamo concependo il Molise come un’unica entità economica, produttiva, occupazionale, e le richieste di accesso ai tirocini lo dimostra una volta ancora.” Questa l’osservazione di Tecla Boccardo, leader della locale UIL.

“Abbiamo una regione divisa in due. Da una parte la provincia di Isernia, dove regna la desertificazione aziendale, con poche attività produttive e di conseguenza scarsa domanda di manodopera e ancor più esigua offerta di nuova occupazione; naturale che le occasioni per utilizzare i tirocini da parte delle aziende, e pertanto opportunità offerte ai disoccupati, siano scarse o nulle.

Infatti pochissime sono le domande pervenute. E su questa disperante realtà non c’è dichiarazione di area di crisi complessa che tenga! Dall’altra parte la provincia di Campobasso e ancor più specificatamente l’area del basso Molise: un tessuto produttivo in prevalenza privato, un po’ di aziende che assumono, un’occupazione che dà timidi segnali di ripresa o comunque di tenuta, una certa dinamicità e l’interesse delle imprese ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per avere manodopera a basso o addirittura nessun costo. Risultato: un ben maggior numero di richieste di attivazione dei tirocini.”

“Certo – continua la sindacalista – ci sarebbe da chiedersi se le modalità di presentazione di questa opportunità di ingresso nel mondo del lavoro siano state le più opportune. Secondo noi sarebbe stato meglio non aprire il bando a cavallo della pausa estiva. Sarebbe stato utile chiarire ai lavoratori potenzialmente interessati che la provvidenza economica connessa al tirocinio non fa venir meno la fruizione di altro ammortizzatore sociale. Magari anche una campagna pubblicitaria, una capillare diffusione delle informazioni e non solo qualche intervista sul giornale del Presidente o dell’Assessore, avrebbero potuto far conseguire un risultato ancora maggiore.”

“Ma, soprattutto, se non si fosse depauperato il patrimonio di competenze e di esperienza dei Centri per l’Impiego con il mancato rinnovo dei contratti di lavoro, per l’assurda querelle politica, segnando sì l’esistenza del sistema ma non la sua efficienza. Se fosse già stata realizzata l’ottimale profilazione dei lavoratori da ricollocare, con un solido interfaccia con il mondo del lavoro e le imprese in modo da conoscere le effettive necessità occupazionali, indispensabili elementi per l’incrocio tra domanda e offerta.

Se la Formazione professionale, altro importante sistema di supporto alla crescita, fosse già perfettamente operativa, con percorsi di qualificazione e preparazione delle maestranze già realizzati o in corso… Se ci fosse “un’idea forte” di sviluppo economico, occupazionale e sociale… anche il film dei tirocini sarebbe stato diverso: più in sintonia con i territori e le imprese, mirata segnalazione per tempo a tutti i lavoratori potenzialmente interessati, maggiore utilizzazione e magari più efficace finalizzazione anche da parte delle imprese. Meno approssimazione, dunque, e più attenzione nelle scelte.”

“Sta di fatto che le richieste sono arrivate e, ora, questa linea di intervento va praticata, magari rifinanziata e riproposta.” Questo il parere della UIL.

“Arriva oggi il nuovo bando di inserimento e reinserimento (in pubblicazione sul BURM) che mira a rispondere anche a quelle che sono le esigenze degli ex dipendenti dello zuccherificio. Bene. Conoscendo lo stato d’animo di molti di loro, spero proprio che ognuno colga l’opportunità che si apre (laddove altre occasioni per la salvaguardia della struttura produttiva e dei lavoratori occupati, senza dimenticare l’indotto, sono sfumate…).”

La UIL Molise continua: “Anche se c’è, di fondo, una preoccupazione forte del nostro Sindacato: i tirocini devono essere una corsia privilegiata di accesso al mondo del lavoro (mediante un contatto diretto fra datore di lavoro e lavoratore, e grazie alla formazione professionalizzante) e non possono essere utilizzati come un’area di parcheggio per chi non ha ancora trovato una ricollocazione vera, solo al fine di garantisce quattro soldi al lavoratore e allo scopo di assicurare lavoro quasi gratuito alle aziende.

Per questo, se mai ci fossero da analizzare le richieste pervenute e filtrarle, vogliamo che si valuti non solo il progetto di tirocinio in sé, ma anche l’effettiva possibilità che questo si trasformi in un posto di lavoro vero, stabile, adeguatamente remunerato, protetto, sicuro. Insomma: il lavoro di cui hanno bisogno i molisani ed il Molise (dove c’è il caporalato, il lavoro in nero, l’evasione degli obblighi contrattuali, la rinuncia a cercare una occupazione…).”

“Dopo anni di clientelismo, dopo tanto assistenzialismo distribuito a piene mani, la vera preoccupazione, anche per noi che stiamo nel sociale e sui problemi, è constatare quante persone sono arrese, sfiduciate, rinunciatarie anche rispetto ad una qualche opportunità che pure si pone. Noi come UIL non accettiamo che si diffonda la sfiducia, che l’idea della sconfitta e del “non c’è nulla da fare” si insedi nella testa delle persone e lì cronicizzi.

Noi pretendiamo un Molise orgoglioso che guarda al proprio domani, progetta uno sviluppo equilibrato e armonico, con lavoro e benessere diffuso. Non per nulla abbiamo presentato la settimana scorsa un nostro “Manifesto per lo sviluppo” sul quale vogliamo realizzare un confronto con tutti coloro che hanno una qualche idea e soprattutto tengono, quanto noi, al Molise.”