Riparte in anticipo la stagione balneare nel Molise Nonostante le preoccupazioni sul futuro degli operatori del settore.

Il Consiglio dei ministri – come è noto – ha approvato sui balneari un emendamento al ddl concorrenza, già incardinato in Parlamento, con norme applicabili in seguito all’approvazione definitiva, che prevedono che le concessioni attuali, comprese quelle in proroga, continuino a essere efficaci fino al 31 dicembre 2023. Dal 1 gennaio 2024 le concessione saranno assegnate tramite gara. Le concessioni assegnate con procedure concorsuali a evidenza pubblica proseguono fino alla naturale scadenza. Una vera mannaia su chi come i balneari possono contare su soli tre mesi di lavoro annualmente, mentre i costi per gli stabilimenti sono elevati e si ammortizzano a lunga scadenza negli anni. Dopo Assobalneatori anche altre due associazioni di categoria scendono in campo intervenendo con decisione. Una precarietà che ha costretto i balneari ad azzerare gli investimenti e reso precario un comparto fondamentale per il nostro turismo.

Si rischia che vengano le multinazionali straniere ad appropriarsi della gestire delle nostre coste. Il provvedimento ancora bloccato in commissione industria al senato fermo sull’art 2 che riguarda proprio le concessioni balneari. In quanto la commissione non ha più potere per apportare modifiche e chiede l’approvazione di un documento senza approfondimenti e correttivi necessari a non annientare un settore trainante per l’economia italiana. Nonostante i solleciti delle associazioni di categoria alla politica, la situazione è ancora in impasse. Mentre lo scorso fine settimana  giornata spettacolare per il clima preludio dell’estate, ha portato al pienone negli stabilimenti molisani, dove centinaia di persone hanno goduto di una domenica calda e assolata. La voglia di normalità della gente dopo due anni di pandemia e senza restrizioni, portano a godersi in anticipo la stagione estiva. Resta la spada di Damocle per i proprietari degli stabilimenti a non dormire sogni tranquilli, mentre in Spagna e Portogallo in barba alla direttiva europea i governi, non hanno la minima intenzione di rivedere le concessioni balneari, il Governo Draghi, allineato alle direttive di un’Europa matrigna, si appresta a distruggere un intero comparto. Questo potrebbe essere l’ultimo anno di serenità se qualche miracolo non giungerà ad invertire l’oblio che si presenta oggi irreversibile sull’intero settore.