Carcere e querele per ‘imbavagliare’ i giornalisti. E’ questo il panorama italiano che il Parlamento stenta a modificare, anche perché spesso la politica usa il ‘grimaldello’ giudiziario, per intimorire le testate. “Esiste un giudice a Berlino?”, si chiedeva il mugnaio di Postdam nell’opera di Bertold Brecht. Al tribunale di Campobasso, sì! Anzi, ce ne sono due, che hanno tutelato il lavoro del collega Giovani Minicozzi, difeso dall’avvocato Arturo Messere. Il Gip di Campobasso, Veronica D’Agnone, ha archiviato il procedimento per diffamazione promosso nei confronti del giornalista dall’ex consigliere regionale, Salvatore Ciocca (Federazione della Sinistra) per alcuni servizi televisivi sulla sua attività di amministratore. Il Giudice ha ritenuto ‘vere e circoscritte nel diritto di critica’ le affermazioni di Minicozzi di gennaio 2018, in merito ad un emendamento presentato da Ciocca su Molise Acque.
Una vittoria del diritto di cronaca e di critica a cui è seguita la sentenza del giudice Roberta d’Onofrio, che ha condannato Ciocca a risarcire economicamente Minicozzi, per le frasi postate sui social, anche se non espressamente associate al nome del pubblicista.
Due notizie positive per i giornalisti molisani e non solo, in attesa di una Legge sulle liti temerarie, a difesa del lavoro nelle redazioni e la corretta informazione al servizio dei cittadini. Come sempre, l’Associazione della stampa del Molise sarà sempre al fianco dei colleghi per tutelarli e sostenerli.