Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato al Paese una lezione umana e di stile in occasione della vaccinazione contro il Covid-19. Il Capo dello Stato, tra l’altro anche capo delle forze armate, ha aspettato il suo turno, perfino in ospedale. L’episodio, è la migliore risposta ai tanti italiani, furbetti e questuanti di privilegi, che saltano la fila.
L’occasione è utile anche per ricordare che la Legge non consente ai giornalisti di accorpare le funzioni di comunicatore, pubblico o privato, e la libera professione. Le incompatibilità, chiunque ne sia portatore, deve rimuoverle, immediatamente, pena l’attivazione del Consiglio di disciplina e di altri percorsi amministrativi del nostro ordinamento. Agli organismi preposti, tra cui l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, poi spetteranno le opportune valutazioni sui casi emersi.
L’Associazione della stampa è grata, infine, ai colleghi locali e nazionali impegnati a informare puntualmente i cittadini. E’ grazie agli approfondimenti, alle inchieste, alla caparbietà e alla professionalità dei giornalisti che si aprono gli squarci su vicende torbide e la comunità è correttamente messa al corrente dei fatti. Fare domande è il nostro mestiere, porgere un microfono è un nostro dovere e questo non significa aggredire l’interlocutore. Chi la pensa in modo diverso, non riconosce i canoni fondamentali della professione o ha qualcosa da nascondere.
La trasparenza che ogni giorno reclamiamo per gli altri, dobbiamo essere i primi a esercitarla, senza se e senza ma.