Ad agosto 2015, presso il ministero per lo Sviluppo economico, è stata attivata l’area di crisi industriale complessa legata ai settori avicolo, metalmeccanico e tessile: un primo strumento utile ad ottenere nuove risorse dallo Stato e tentare di fermare l’emorragia demografica e occupazionale in regione.
Non solo. Il Molise ha un’altra occasione da non lasciarsi sfuggire: le risorse derivanti dalla Programmazione europea 2014-2020 che, tra Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e Fondo sociale europeo (Fse), mettono a disposizione per il nostro territorio oltre 153 milioni di euro disponibili sia per la pubblica amministrazione che per i privati. Il Molise, quindi, ha due grosse opportunità.
Purtroppo, però, ad oggi non risultano ancora attive le misure di sostegno alle imprese derivanti dal riconoscimento di area di crisi industriale complessa, nonostante i soliti annunci della Regione, né è stato emanato ancora alcun bando per quando riguarda i fondi della nuova programmazione europea 2014-2020. Eppure il termine ultimo per la presentazione delle manifestazioni d’interesse a investire nell’area di crisi industriale di Venafro-Campochiaro-Bojano e aree dell’indotto è scaduto il 10 ottobre 2016, quindi il Molise è in grave ritardo rispetto alle altre Regioni italiane che da tempo hanno avviato addirittura una fase sperimentale legata ai bandi Fesr e Fse. In pratica alcune Regioni sperimentano sul campo settori migliori in cui intervenire e “allenano” pubbliche amministrazioni e privati a impiegare al meglio i fondi.
Il Molise deve muoversi e deve farlo subito perché non si deve rischiare di far coincidere le elezioni con l’emanazione dei bandi regionali e l’assegnazione delle risorse: sarebbe politicamente imbarazzante.
Il MoVimento 5 Stelle Molise, quindi, ha presentato un’interpellanza in Consiglio regionale con tre obiettivi: capire cosa sta facendo la Regione per velocizzare l’iter dei bandi Por (Programmi operativi regionali) relativi alla programmazione europea 2014-2020; sapere quando questi bandi saranno pubblicati; capire quali sono le azioni intraprese presso il ministero dello Sviluppo nell’ottica per ottenere nuove risorse.
Lo ripetiamo: in ballo ci sono oltre 150 milioni di euro che potrebbero servire e migliaia di famiglie.