Nei decenni trascorsi, raccontano gli anziani di Venafro, era accogliente pur nella sua semplicità strutturale ed anche abbastanza frequentata, prima che il tempo, l’abbandono e l’incuria umana la riducessero ai minimi termini, vale a dire tutta diroccata, senza copertura e con buona parte delle pareti venute giù sotto l’incalzare degli agenti atmosferici e della mancanza di manutenzione.

Il riferimento è per la storica chiesetta in pietra dedicata alla Madonna della Libera, situata nel cuore dei millenari oliveti del Campaglione, periferia ovest della città, luogo di culto un tempo tanto frequentato da ospitare anche apposita festa religiosa e civile, che si teneva puntualmente il lunedì in albis con massiccia partecipazione popolare.

Poi però, come scritto, il tempo è risultato implacabile e per la Madonna della Libera non c’è stato scampo! E’ venuta in buona parte giù e nessuno più vi ha messo mente ed energie per recuperarla! Oggi, finalmente, è intervenuta qualche novità positiva per tale chiesetta rupestre, ricca tra l’altro di ampi spazi verdi tutt’intorno.

L’area circostante è stata in effetti ripulita da rovi e spine, è stato portato via tutto quanto ostruiva e copriva addirittura alla vista la chiesetta che così é tornata quanto meno visibile, anche se resta in gran parte diroccata e perciò inaccessibile ed inutilizzabile.

L’augurio di tanti venafrani è che l’intervento sia solo un primo passo per il pieno recupero della Madonna Libera, chiesetta che merita senz’altro di tornare a nuova vita religiosa e civile nel solco della storia popolare della città.