Anche il quotidiano Casertace.net si occupa del caso Gemelli Molise. Lo fa ponendo in evidenza l’importanza del Policlinico anche per gli abitanti della provincia di Caserta limitrofa al Molise e i timori per la grande incognita della vendita del Gemelli  alla società Sanstefar S.r.l..

Gli interessi  non sono quindi solo molisani, per la vendita del 90% delle quote Gemelli, con restante 10% che stazionerà ancora nelle mani della proprietà originaria) a conclusione di una strana e, per certi versi, opaca gara di aggiudicazione. Della Sanstefar S.r.l. esistono due versioni, una molisana ed una abruzzese, entrambe comunque controllate dalla Capital AG, società anonima con sede fiscale nel principato del Liechtenstein. Sulla pagina del quotidiano campano scrive Gianluigi Guarino che continua:

<<Della Capital AG e della provenienza dei soldi raccolti nel fondo non si conosce nulla. E l’atteggiamento del titolare dell’Arcidiocesi di Campobasso Bregantini non convince affatto il “Gemelli – Molise”, istituzione sanitaria prestigiosissima, inaugurata a suo tempo proprio da Giovanni Paolo II.

Sono tanti, infatti, i nostri conterranei che si sono recati, negli ultimi anni, in questo ospedale di Campobasso per sottoporsi a cure o a sedute ambulatoriali o diagnostiche collegate ad un solidissimo know-how universitario. LA VENDITA DEL “GEMELLI-MOLISE” – Insomma, non può non interessare anche a Caserta.

 – Questa operazione è stata realizzata,  proprio nei giorni in cui Papa Francesco era ricoverato in una stanza del Policlinico “Gemelli” di Roma, la cui proprietà è nelle mani della omonima fondazione.

 Papa Francesco, proprio durante le settimane precedenti al suo ricovero, era intervenuto più volte sui temi della pesantissima questione morale da Lui affrontata, indossando un doveroso pugno di ferro nel momento in cui ha dichiarato guerra a tutte le attività non trasparenti, messe in opera da chi gestisce i quattrini, i tanti quattrini, del Vaticano. Non solo: in occasione dell’Angelus pronunciato proprio da una finestra dell’ospedale “Gemelli”, il Pontefice ha sviluppato un concetto, quello incentrato sulla necessità di tutelare il ruolo sociale dell’assistenza sanitaria erogata alle persone, soprattutto a quelle meno abbienti. Parole che, come capita canonicamente in occasione di ogni Angelus, venivano recapitate Urbi et Orbi proprio mentre in un’altra stanza, dello stesso Policlinico “Gemelli”, si perfezionavano i documenti di una vendita poco chiara a privati: mistero>>.