Nelle sue ultime rilevazioni l’Ispra ha censito in Italia oltre 12.000 aree a rischio sanitario, ovvero siti potenzialmente contaminati e, tra questi, ben 61 si trovano in Molise. Parliamo di 32 siti contaminati con procedimento di bonifica chiuso e 29 siti contaminati con procedimento di bonifica ancora aperto alla data del 3 dicembre 2015. A quell’anno, infatti, risalgono gli ultimi dati utili sui siti contaminati in Molise, come riportano gli allegati al Piano regionale per la Gestione dei rifiuti ormai scaduto da mesi.

Sono numeri importanti per una regione in cui i problemi e le circostanze legate all’ambiente e alla sua salvaguardia, hanno purtroppo assunto i caratteri di una vera ‘questione ambientale’. In tale contesto vanno ricordate le criticità riferite ad ampie aree della regione tra cui la piana di Venafro; le aree della discariche di Tufo Colonoco, Colle d’Anchise e Montagano; l’area di Cercemaggiore in località Capoiaccio; l’area attorno al Sito di interesse regionale (ex Sin) di Guglionesi e quella a ridosso del depuratore di Termoli.

Ma la ‘questione ambientale’ in Molise abbraccia vari aspetti. Ad esempio il Piano regionale per la Gestione dei rifiuti, approvato con delibera di Consiglio regionale n. 100 del marzo 2016, è ormai scaduto da quattro mesi e non risulta traccia di alcun lavoro di revisione da parte delle strutture regionali competenti. E così manca una mappatura aggiornata dei siti contaminati. Inoltre più volte il MoVimento 5 Stelle ha segnalato in Aula la necessità di dotare la regione di un Piano per la gestione delle discariche.

È quindi ormai improcrastinabile affrontare con determinazione questi aspetti e dare risposte concrete a tutti i cittadini.
Il gruppo M5S in Consiglio regionale ha presentato una nuova interrogazione sul tema, indirizzata al governatore Donato Toma e all’assessore regionale con delega alle Politiche ambientali, Nicola Cavaliere, per chiedere quali sono i siti ad oggi contaminati in Molise e quali sono le azioni intraprese o che si intendono intraprendere per bonificare questi siti. Inoltre, in particolare, vogliamo sapere quante risorse sono state utilizzate e per quali specifiche attività per la bonifica dell’ex Sin di Guglionesi e qual è il risultato di tali attività, perché a quanto ci risulta, il sito non è stato ancora bonificato.

Infine vogliamo sapere se la Giunta regionale, l’assessorato all’Ambiente e le strutture regionali competenti stanno lavorando sulla revisione del Piano regionale di Gestione dei rifiuti ormai scaduto e quando arriverà in aula di Consiglio il nuovo testo.
La Regione non può permettersi ritardi né silenzi, perché un’amministrazione che tentenna su temi come sicurezza ambientale e salute pubblica è un’amministrazione che non rispetta i diritti dei propri cittadini.