Oltre 120 partecipanti da tutto il mondo a Pozzilli
Al Neuromed un meeting internazionale sugli sfingolipidi, molecole fondamentali per il funzionamento delle cellule
Da mercoledì 7 a domenica 11 settembre l’Istituto molisano ospiterà il quattordicesimo meeting dello “Sphingolipid Club”, il network internazionale di ricercatori e clinici impegnati nello studio di queste molecole, cruciali per il corretto svolgimento delle funzioni cellulari e implicate in diverse patologie
Sono molecole fondamentali nella costituzione delle membrane cellulari, ed è facile capire come alterazioni a loro carico siano fortemente correlate con diverse malattie. Ora l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli diventerà per cinque giorni il punto di riferimento mondiale per gli studi in questo campo.
Da mercoledì 7 a domenica 11 settembre il Centro di ricerche molisano ospiterà infatti il Quattordicesimo Meeting Internazionale dello “Sphingolipid Club”, l’organizzazione che racchiude i principali esperti dell’argomento. Un confronto scientifico che punterà a collegare gli studi molecolari di base con le possibili ricadute cliniche su patologie molto importanti, nel segno di quella che è la missione principale del Neuromed: la ricerca traslazionale, dal laboratorio al letto del paziente.
“Quello degli sfingolipidi – dice il dottor Vittorio Maglione, del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare – è ovviamente un campo fortemente legato alla ricerca biochimica di base. Approfondire i meccanismi legati a queste molecole significa capire sempre più a fondo il funzionamento delle cellule, sia in condizioni normali che patologiche. Proprio per questo motivo siamo di fronte alla possibilità di aprire nuove strade per lo studio di terapie innovative”.
Presenti in tutte le cellule dell’organismo, gli sfingolipidi sono particolarmente concentrati nei neuroni e nelle cellule della mielina (che costituiscono il rivestimento delle fibre nervose). Questo li pone in una posizione molto importante nel corretto funzionamento del sistema nervoso e nelle malattie neurodegenerative, ma il loro ruolo si sta rivelando cruciale anche in patologie diverse. Ad esempio quelle metaboliche, tra le quali il diabete. Oppure alcuni tipi di tumore, fino a considerare un loro ruolo nelle infezioni virali.
“Organizzando questo meeting – spiega la dottoressa Alba Di Pardo, del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare – abbiamo voluto concentrarci in modo particolare sulle ricadute cliniche, e i numerosi interventi scientifici che abbiamo ricevuto ci confermano la validità di questo approccio. La prima giornata è infatti specificamente dedicata al tema ‘sfingolipidi in salute e in malattia’, con gli ultimi aggiornamenti su eventuali prospettive terapeutiche che si stanno aprendo grazie agli studi su queste molecole. Seguiranno naturalmente sessioni maggiormente dedicate alla struttura molecolare e ai meccanismi biochimici, ma sabato torneremo a concentrarci sulla salute, con una sessione interamente dedicata al cervello”.
“Quando si parla di specifiche molecole e dei complessi studi che le riguardano – commenta il professor Giovanni de Gaetano, presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed – molti possono pensare a ricerche fini a sé stesse, mondi separati dalla vita di tutti i giorni. Il meeting dello Sphingolipid Club invece ci ricorderà una cosa molto importante: ricerca di base e cura del paziente non sono mai lontane l’una dall’altra. Istituti come il Neuromed sono ‘costruiti’ attorno a questo concetto traslazionale. Il laboratorio deve parlare con la clinica, affinché i cittadini possano beneficiare nel più breve tempo possibile delle scoperte. Gli oltre centoventi ricercatori che interverranno ci aiuteranno ancora una volta a ribadire la nostra missione”
Gli sfingolipidi sono stati scoperti alla fine dell’800 da Johann Thudichum, medico e biochimico tedesco che, di fronte alla difficoltà di individuare con precisione le funzioni biologiche di queste molecole, le battezzò in omaggio alla mitologica Sfinge egiziana.
Il Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare del Neuromed si occupa da anni dello studio di queste molecole e del loro ruolo in diverse patologie neurologiche, in particolare nella Malattia di Huntington.