A Federico, a Testamento (nomen omen!), a Ortis, a Di Marzio,

a Tartaglione e a Occhionero il  “Cahier de doleance”

 

di Adalberto Cufari

Una pattuglia parlamentare nuova di zecca: nei volti, nelle storie

personali, nelle esperienze vissute tra impegno politico e

amministrativo, con l’eccezione di Antonio Federico che ha

sperimentato se stesso e le sue capacità di amministratore/legislatore

nel consiglio regionale 2013/2018. Gli altri completamente digiuni o

impegnati a livelli amministrativi bassi (comunali?).  Quattro

“grillini”: Rosa Alba Testamento e Antonio Federico alla Camera, Luigi

Di Marzio e Fabrizio Ortis al Senato; Anna Elsa Tartaglione di Forza

Italia e Giuseppina Occhionero di Liberi e Uguali alla Camera. Sono

espressione di uno stravolgimento epocale, di una rivoluzione dal

basso in cui l’elettorato ha trovato la possibilità di avvisare del

cambiamento e della necessità che i partiti ritrovino, se ne sono

capaci, ruolo e funzione, oppure cedano definitivamente  il passo al

movimentismo e al sovranismo che si fanno largo anche in Europa.

Ai

nuovi parlamentari molisani, al di là di come verrà risolta l’assenza

di una maggioranza di governo, vanno pertanto rivolti gli auspici di

buon lavoro e l’augurio di essere all’altezza del compito che gli è

stato attribuito dalla volontà popolare. Se hanno doti di umiltà e

senso di responsabilità ch’è lecito immaginare in coloro che hanno

avuto la possibilità di candidarsi e la fortuna di essere eletti,

ammetteranno di averne bisogno.

Almeno così la pensa il consigliere

regionale di Sinistra Unita Michele Petraroia che con una delle sue

improvvise sortite che lo segnalano originale e tempestivo, a

differenza di ogni altro politico militante molisano, ha superato di

slancio la tentazione di esprimersi secondo un rituale fatto di

complimenti stereotipati, preferendo affidarsi a una lettera aperta ai

nuovi parlamentari con l’intento (confessato) di aiutarli a capire la

complessità del mandato parlamentare e la necessità che sia

accompagnato da una chiara e ampia conoscenza dei problemi storici,

economici, sociali e culturali della terra di cui nell’immaginario

collettivo, e nella prassi, vengono ritenuti difensori e tutori per

definizione e per destinazione. In quest’ottica, del tutto opportuna,

data la natura neofita del mandato popolare, il consigliere Petraroia

ha saggiamente ricordato le battaglie parlamentari pregresse e

l’impegno appassionato profuso dai vari Ciampitti, Colitto, Sedati,

Crapsi, Tedeschi, D’Aimmo, Marraffini, Lapenna, Vitale, Di Lembo,

Campopiano, Petrocelli, Vecchiarelli, Sammartino e  altri

parlamentari, per agevolare “il raggiungimento dell’Autonomia

Regionale, l’istituzione della Provincia di Isernia, la realizzazione

di acquedotti, strade, scuole, ospedali, elettrodotti ed altre opere

pubbliche essenziali per lo sviluppo del Molise”. Sull’abbrivo di

quelle battaglie e di quelle conquiste, Petraroia ha voluto (ancora

opportunamente) rifarsi ai nostri giorni, all’attualità, alla storia

presente del Molise e delle sue pendenze.

Niente di trascendentale, ma

questioni che nella loro densità fanno del Molise una realtà

manomessa, in parte svuotata, in parte depauperata, insomma una realtà

spappolata. Eccolo dunque comporre e presentare ai Federico, ai

Testamento (Nomen omen!), agli Ortis, ai Di Marzio, alle Tartaglione e

alle Occhionero un  “Cahier de doleance”. Se possono e se ne saranno

capaci, tengano conto della necessità di far nominare il procuratore

della Repubblica di Larino e di potenziare gli organici della

magistratura e delle forze di Polizia per fronteggiare l’infiltrazione

mafiosa e l’acuirsi di furti, rapine e altri reati con ritmi

incalzanti dall’area del cratere al basso Molise passando per

Vinchiaturo, Isernia e Venafro;  tengano conto che la Regione Campania

ha autorizzato un mega-impianto di rifiuti a Sassinoro (Benevento) a

pochi metri dal confine molisano e continua ad autorizzare

installazioni eoliche a ridosso dell’area archeologica di Saepinum e

del Parco del Matese; tengano conto che presso il ministero dello

Sviluppo è in itinere la stipula del contratto di programma col Gruppo

Amadori per il rilancio della filiera avicola; che il Cipe ha

deliberato il finanziamento di interventi significativi per

infrastrutture stradali e ferroviarie che andranno appaltate a breve

da Anas e Ferrovie dello Stato recentemente fuse in una sola società;

che il Piano operativo sanitario (Pos) 2016-2018 approvato con legge

nazionale dello scorso giugno prevede una miriade di adempimenti di

competenza della presidenza del Consiglio dei ministri esiziali per i

cittadini molisani; che il futuro delle Province ed il trasferimento

del personale dei Centri per l’impiego alle Regioni, con l’attuazione

dell’intesa siglata a gennaio nella conferenza unificata tra Stato e

Regioni, permane in una zona d’ombra; che la sottostima dei

trasferimenti alle università del Sud e ai piccoli atenei ne mina il

futuro; che la messa in sicurezza di scuole, case, strutture sanitarie

e del territorio esposti al dissesto idrogeologico con verifica degli

impegni assunti a salvaguardia del Molise è in alto mare; che lo

smantellamento degli uffici dello Stato con soppressioni, accorpamenti

e tagli di uffici, servizi ed organico mettono a repentaglio il Molise

e intere aree del Mezzogiorno; che la privatizzazione strisciante di

un bene pubblico inalienabile come l’acqua è un delitto umanitario e

che il futuro degli impianti produttivi meridionali e molisani del

gruppo Fca-Fiat sono fortemente a rischio di futuro. Se possono,

dunque, e se ne saranno capaci, hanno di che interessarsi.

(articolo pubblicato e tratto da Il Regionale Molise )