Ricorre il 60° del ciak de “La legge è legge”, film con Totò e Fernandel girato interamente a Venafro a fine inverno del ’57 e che tanto coinvolse l’intera collettività venafrana dell’epoca

Per ricordare tutto quanto comportò la pellicola, “I Venafrani per Venafro” d’intesa col Parco Regionale dell’Ulivo ne proporranno la visione commentata nella prossima primavera

Sessanta anni orsono Venafro venne letteralmente “investita” da un ciclone che la scosse dalle fondamenta. Si era sulla fine dell’inverno del 1957 e troupe di cineasti ed attori dall’oggi al domani invasero il piccolo paese che stava uscendo tra stenti e sacrifici dalle rovine del secondo dopoguerra. Trattavasi di attori, regista, fotografa, scenografo, tecnici e quant’altri arrivati a Venafro per girarvi “La legge è legge”, l’indimenticabile e divertentissimo film comico con Totò e Fernandel, il massimo della comicità internazionale del tempo, con la regia del francese Christian Jaque, nome di spicco della cinematografia europea. E per diversi mesi Venafro di 60 anni orsono venne letteralmente investita dal ciclone di novità, personaggi e quant’altro de “La legge è legge”, film che scosse dalle fondamenta la tranquilla e difficile vita dell’allora piccolo paese del meridione d’Italia. All’epoca non c’erano a Venafro hotel, ristoranti ect. per cui da Totò e Fernandel a tutti gli altri si aprirono le case del paese per ospitare ed accogliere. Piazze, strade, scorci e tanti angoli del centro storico ebbero profonde trasformazioni per esigenze cinematografiche e soprattutto i venafrani sia adulti che piccoli vennero coinvolti come comparse in numerose scene del film, talune anche importanti. Le piazze Cimorelli e Vittorio Veneto, là dove passava il presupposto confine tra Italia e Francia, confine tortuoso e particolarissimo che sarà alla base dell’esilarante trama della pellicola, vennero profondamente trasformate con scritte e manufatti in legno, mentre tanti venafrani furono chiamati a recitare ora interpretando ruoli militari ora di comune gente del posto. La macchina da ripresa girò dappertutto nel centro storico. Si ricordano l’affollatissima sfilata nel “Canale” con centinaia di venafrani dell’epoca in primissimo piano e con l’allora banda musicale “Città di Venafro”, la scena al “Vicolo degli zingari” con Totò dietro le sbarre della prigione che parla con anziani in strada, i fanciulli che giocavano al tipico “Giro d’Italia” sulla piazzetta di Cristo mentre Fernandel passava in tutta fretta per recarsi al Municipio e fare chiarezza sulla propria intrigata vicenda civile e militare, e le scene in piazza Vittorio Veneto, ossia lungo la tortuosa linea di confine, con gente di Venafro in abiti militari francesi o che attraversava la piazza. In breve la trama del film, ancora oggi tantissimo apprezzato : un contrabbandiere italiano, Giuseppe La Paglia (Totò), è perseguitato da un gendarme francese, Fernand Pastorelli (Fernandel), orgoglioso dei suoi natali francesi. Quando però si scopre che per uno strano gioco del destino egli nacque nel versante italiano di una casa divisa in due dal confine, Giuseppe (Totò) prende la palla al balzo e lo denuncia facendogli perdere ogni diritto quale disertore. Alla fine, e dopo tantissime ed assai esilaranti vicende e situazioni, sarà proprio il contrabbandiere a riabilitare il “nemico” scoprendo che la linea del confine era stata spostata da un oste per richiamo turistico della sua locanda. E così Giuseppe (Totò) torna a fare il … lavoro di sempre, cioè il contrabbandiere e Fernand (Fernandel) torna ad indossare la divisa militare francese ma, visto Giuseppe intento a contrabbandare di nuovo alcoolici, dopo un attimo di esitazione prende ad inseguirlo per arrestarlo al grido di … “La legge è legge” ! Il divertentissimo film, e veniamo all’attualità, verrà riproposto e commentato nella primavera prossima presso la sede del Parco Regionale dell’Ulivo in piazzetta Ss.ma Annunziata, cuore del centro storico, su iniziativa de “I Venafrani per Venafro” in collaborazione col citato Parco per ritrovare lungo le scene della pellicola personaggi popolari, scorci e situazioni della Venafro di sessanta anni orsono.

Tonino Atella