La storia dell’Unità d’Italia è costellata di sangue e di misfatti. In arrivo a Pontelandolfo (BN) l’imperdibile evento firmato Molise Noblesse: “La Genealogia di Concetta Biondi”. L’appuntamento con il Club del Libro è solo un assaggio del corso vero e proprio che si terrà in autunno a cura del dr. Domenico Carriero e della dr.ssa Mina Cappussi nell’ambito del Movimento per la Grande Bellezza di una piccola regione. Casalduni e Pontelandolfo sono stati insigniti della Medaglia d’Oro Costantiniana

“I soldati, slanciatisi per le scale del paese, e nelle case, abusando dell’ora presta, della nudità, del sonno, dello spavento dei cittadini, si abbandonarono a fatti orrendi, a saccheggi sozzi, arsioni infami”. La descrizione di De Sivo ci riporta nel mondo di dolore vissuto da un grazioso comune del beneventano, Pontelandolfo, che ricorda la più giovane delle sue martiri, Concetta Biondi, uccisa, assieme ad altri 400 civili indifesi, il 14 agosto 1861 per vendicare quaranta soldati sabaudi. La strage interessò anche il comune di Casalduni: una strage di rappresaglia compiuta dal regio esercito italiano ai danni della popolazione civile inerme. Per ricordarlo, sabato 11 agosto 2018 alle 17.00, un appuntamento di grande rilievo, “La Genealogia di Concetta Biondi, vittima dell’eccidio di Pontelandolfo del 1861”, si terrà nella Biblioteca Comunale, organizzato dal Club del Libro di Pontelandolfo, il quotidiano internazionale Umdi Un Mondo D’Italiani, Centro Studi Agorà, Ippocrates, Comune di Pontelandolfo, nell’ambito del Molise Noblesse, Movimento per la Grande Bellezza di una piccola regione. L’evento costituisce una anteprima del Corso di Genealogia che si terrà in autunno, nel solco dei corsi tenuti dal dr. Domenico Carriero, diretti dalla dr.ssa Mina Cappussi. Saranno i membri del Club del Libro a curare l’introduzione, con letture di poesie su Concetta Biondi e sull’eccidio che ha segnato la storia del paese. Si entrerà nel vivo con la relazione del dr. Domenico Carriero, docente dei corsi di Genealogia, mentre le conclusioni sono affidate alla dr.ssa Mina Cappussi, direttrice dei Corsi UMDI. “La storia – scrive il dr. Carriero, esperto della materia, ispiratore del settore genealogico Umdi – spesso si mistifica, viene alterata, viene falsificata: occorre quindi sempre più ritornare alla scoperta delle fonti, ed è ciò che faremo per ricostruire il passato della martire pontelandolfese”. “Ognuno di noi – spiega Mina Cappussi – ha una storia importante, perché ognuno di noi ha bisogno di capire chi è, da dove viene, chi erano i nostri antenati. Lo facciamo per una esigenza storica, ma anche e soprattutto per un bisogno profondo di chiudere il cerchio, di scoprire le nostre radici. Offriremo ai corsisti la possibilità di ricostruire le proprie origini tornando indietro nel tempo fino al 1600 circa, per ritrovare nomi, storie, a volte volti, per scoprire particolari insoliti dei nostri antenati.”

Il 31 Luglio 2016 ai Comuni di Casalduni e Pontelandolfo in  provincia di Benevento è andata la Medaglia d’Oro Costantiniana, in ricordo di tutte le donne violentate e uccise e di tutti gli uomini falcidiati all’indomani dell’arrivo dell’Esercito Sabaudo la notte del 14 Agosto 1861 su questi borghi, consegnata dal marchese Pierluigi Sanfelice Di Bagnoli del Sacro Ordine Militare Costantiniano.

I CORSI UMDI: SUCCESSO INTERREGIONALE!

Dopo il successo del MAW-G, il Molise Award in the World di Genealogia, dei corsi base e avanzato tenuti in Campania a Morcone e a Napoli in via Toledo, in Calabria a Vibo Valentia, in Basilicata a Bernalda (paese originario di Francis Ford Coppola) a Campochiaro, a Baranello (con la ricostruzione della storia di Antonio Giovinale, da contadino a ciclista del Giro d’Italia), a Sepino (ricostruzione dell’albero genealogico di Vincenzo Tiberio, premio Nobel mancato per la scoperta della penicillina 40 anni prima di Fleming), a Campobasso, Baranello, Vinchiaturo, a Bojano sulla storia di Francesco Amatuzio, arriva a Pontelandolfo, per il forte interessamento e la motivazione dei giovani soci del Club del Libro, il corso nato in Molise, di cui hanno parlato Donna Moderna, settimanale del gruppo Arnoldo Mondadori Editore, da 30 anni sul mercato editoriale, Radio Capital, la nota un’emittente radiofonica nazionale del Gruppo editoriale L’Espresso, da 1.300.000 ascoltatori al giorno, Sereno Variabile, storico programma su Rai 2 condotto da Osvaldo Bevilacqua. Un corso riportato ampiamente dalla stampa estera e che ha trovato l’interesse delle associazioni e federazioni di italiani negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Venezuela, Argentina, Belgio, Svizzera, Germania.

 

L’ECCIDIO NELLA STORIA

La rappresaglia seguì il massacro di 45 militari dell’esercito unitario, catturati giorni prima da alcuni briganti e contadini del posto. I due centri: Pontelandolfo e Casalduni, nel cuore della Campania furono rasi al suolo e 3000 persone rimasero senza abitazione. Ancora non è stato stabilito con certezza il numero di vittime ma alcuni autori ritengono sia compreso tra centinaio e migliaio sulla base dei registri parrocchiali della chiesa della Santissima Annunziata ove sarebbero annotati dal canonico Pietro Biondi e dal canonico Michelangelo Caterini (firmatario degli atti di morte) i nomi dei morti, le modalità della loro morte e il luogo del seppellimento: 13 persone (undici uomini e due donne) sarebbero morte nel giorno stesso della strage (dieci direttamente uccisi e due nel rogo delle case) e una tredicesima morì il giorno seguente. Fintanto che non ne sapremo di più al convegno a Pontelandolfo dove si ricostruirà la genealogia di una giovane martire, ci sembra utile riportare le parole di G De Sivo per comprendere la crudezza del fatto. “Uccisero una graziosa fanciulla, Concetta Biondi, la quale, per non essere preda di quegli assalitori inumani, andò a nascondersi in cantina, dietro alcuni botti di vino. Sorpresa, svenne, e la mano assassina colpì a morte il delicato fiore, mentre il vino usciva dalle botti spillato confondendosi col sangue. Fucilarono Nicola Biondi ed uccisero Giuseppe Santopietro, dopo avergli strappato dalle robuste braccia il caro bambino. A nulla valsero le sue preghiere, le sue suppliche: voleva vivere pel caro angioletto. Ad una donna che non voleva cedere ad impuri desideri, vennero strappati gli orecchini, il marito affettuoso, venuto in suo aiuto, fu codardamente ucciso. Quali orrori! A dare maggiore spavento agli animi dei miseri cittadini, si unì l’incendio del paese e della chiesa. Alcuni manigoldi, entrata nella chiesuola in fiamme, gettarono le ostie consacrate, rubarono i doni e la corona della Madonna, e fuggirono per timore, quasi prevedendo che il tempio crollasse per la loro profanazione.”