di Pietro Tonti
Ed eccoci al resoconto, come anticipato ampiamente la settimana scorsa, la misura assolutamente iniqua del Governo a voler chiudere ristoranti, bar, pasticcerie alle ore 18:00 e palestre e piscine totalmente, si è rivelata a 15 giorni dalla sua entrata in vigore assolutamente inutile.
Per quelli che affermavano: ci vogliono 15 giorni per i risultati; ecco che il risultato c’è ed è catastrofico. I dati del contagio continuano a salire, un altro inutile quanto assurdo DPCM chiude tutto alle 22:00 come una sorta di coprifuoco fino al mattino alle ore 5, come se il virus fosse stato accertato esce nottetempo come dracula ad infettare, mentre chiudono i supermercati e i centri commerciali nel fine settimana, ma senza limiti di accesso. La Toscana ha pensato bene di adottare il limite di accessi già da qualche settimana, consentendo l’ingresso alla spesa familiare, solo ad una persona.
Ieri abbiamo assistito alla ressa nella grande distribuzione alimentare, con file e assembramento mai visti nei giorni precedenti, in quanto la chiusura odierna ha costretto tutti ad anticipare la spesa. Certamente questa catena umana non è indicata per ridurre la curva del contagio, anzi, il virus fa festa e si diffonde a macchia d’olio in questo modo.
Poi le zone Gialle, arancioni e rosse, un’invenzione assolutamente unica al mondo, partorita nell’età moderna, nell’era della tecnologia, ragionando, politicizzando e burocratizzando all’italiana anche il corona virus con i famosi 21 parametri.
Un’invenzione che ha inquadrato la Campania, intasata di positivi con le enormi difficoltà che sta vivendo la sanità pubblica è rientrata in zona gialla, mentre la Lombardia, il Piemonte, la Valle d’Aosta in zona rossa con la Calabria. Il Molise che fino ad oggi non ha mai registrato una giornata senza morti nell’ultima settimana, con un aumento costante dei contagi; dei ricoveri in malattie infettive e le terapie intensive al limite, rientra in zona gialla.
Sarebbero bastati due contagi per un comune nella prima fase per decretare zona rossa il comune e chiudere tutto, oggi no. Non è che il virus si è indebolito o sia meno virulento, assolutamente no, è cambiato l’approccio al virus; come affermava il Presidente Toma: “il virus si è talmente esteso che non serve chiudere a macchia di leopardo i comuni”. Allora diremmo, la cosa più logica da fare era un nuovo lock down?
Nemmeno questa è la soluzione ottimale, in quanto il tessuto economico e produttivo andrebbe a meretrici irreversibilmente. Allora cosa fare?
In ogni epoca è vero, la quarantena è stata sempre risolutiva contro le pandemie e i virus, ma oggi che sono ben individuate le fasce a rischio, la comunità scientifica sa bene che di Covid – 19 muoiono le persone anziane con almeno due patologie pregresse e i malati cronici. La cosa giusta e sacrosanta, sarebbe quella di isolare queste persone, non posizionarle nel bunker antiatomico si intende, ma preservare solo queste fasce avendo cura del distanziamento e di non porli a stretto contatto con i giovani e i familiari. Adottando i sistemi tecnologici in nostro possesso e lasciare aperte le attività economiche con tutte le precauzioni che fino all’estate scorsa erano sufficienti per arginare il virus basterebbe per arginare le morti, forse non il virus, ma le morti si.
Dopo che il Governo ha costretto i titolari di ogni punto vendita ad adeguarsi, costringendoli a spendere cifre importanti per il distanziamento e la sicurezza dei clienti, la chiusura delle attività è stata uno schiaffo al buon senso, all’intelligenza delle persone; un atto autoritario di potere assolutamente inopportuno.
Quindi anche i colori dati alle regioni, senza essere oracoli, si riveleranno assolutamente inutili; “rebus sic stantibus “ il contagio continuerà a salire, come rileviamo quotidianamente. Tra due settimane al massimo ogni zona gialla e arancione diverrà presumibilmente rossa e il Natale già minato da oggi, in quanto con questo sistema, anche se si lasciano aperte alcune attività, chi spende sapendo di dover restare a casa dalle 22:00 di sera?
Il clima di guerra fredda imposto, non aiuta i consumi, li rallenta e costringe alla chiusura le attività che si erano salvate nel primo lock down; non ferma quindi il virus che continua a mietere vittime nelle RSA, nelle residenze socio assistenziali, veicolato dall’esterno; nelle case portato dagli alunni, dagli studenti che viaggiano sugli scuolabus ai nonni.
Lo sanno oramai anche le pietre che questa è la dinamica del virus, ma inspiegabilmente si continua a tergiversare, le scuole aperte e le attività economiche con limiti di chiusura, perdendo tempo prezioso per far fronte con decisione a questa inarrestabile seconda ondata.