Il Sud Italia è potenzialmente destinatario dell’80% delle risorse pubbliche – ben 250 milioni di euro – rese disponibili dal ministero per le Politiche agricole sui contratti di filiera con il bando dell’8 agosto 2017. E General Contract cura la fase di start up progettuale di due accordi: uno sulla filiera latte vaccino del Caciocavallo Siliano Dop e l’altro sulla filiera latte bufalino della Mozzarella di bufala Campana Dop.
I contratti sono già in fase di definizione e dal 27 novembre 2017 potranno esserne presentati al Ministero per le Politiche agricole i progetti di massima. E’ giunto quindi il momento della concretezza, al termine di un’attesa iniziata nello scorso mese di gennaio.
Oggi Francesco Cicalese , amministratore della General Contract di Battipaglia (Salerno), coordina i due tavoli tematici, uno sulla filiera latte vaccino e l’altra sulla filiera latte bovino, che daranno vita a breve ai due distinti contratti di filiera sotto gli auspici di Agrocepi, organizzazione della quale è il responsabile nazionale del dipartimento Agroenergie. “Uno degli accordi è interamente dedicato alla zootecnia meridionale delle aree interne, che vede schierate nella filiera del Caciocavallo Silano Dop circa 60 imprese, una decina di caseifici e più di 50 allevamenti, dalla Calabria al Molise, passando per Basilicata, Campania e Puglia, senza mai lasciare l’Appennino meridionale – afferma Cicalese, che ricorda – decisivo è il ruolo del Sud nel contratto per la filiera della Mozzarella di Bufala Dop, che vede coinvolte Campania, Puglia, Molise e Lazio, con circa 10 caseifici e oltre 50 allevamenti”.
“Con un contratto di filiera, più imprenditori agricoli e di altre categorie si associano in un’ottica di filiera, proponendo un progetto complessivo di sviluppo del territorio all’interno del quale troverà posto anche l’investimento in una centrale a biogas di ciascun imprenditore – afferma Francesco Cicalese, amministratore di General Contract, che sottolinea – abbiamo riscontrato un interesse crescente verso questo strumento, che è destinato ad aumentare la competitività delle imprese zootecniche e crediamo sia il momento per puntarci, per rendere più forti le aziende zootecniche meridionali. Ora occorre fare bene e presto, è finita l’epoca delle ipotesi, è il momento operativo, quello delle perizie giurate e dei computi metrici, perché dal 27 novembre 2017 sarà possibile presentare le proposte di contratto di filiera al Mipaaf, sotto forma di progetto di massima.”
La scommessa al Sud è quella di sviluppare, insieme al comparto zootecnico, la potenzialità della produzione di biogas di quest’area. E se questa è la scommessa la General Contract ha già raccolto la sfida ed ha realizzato un programma di animazione territoriale per favorire la nascita di contratti di filiera tra imprese agricole e zootecniche delle regioni Abruzzo, Molise, Lazio, Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia.
Con lo scopo di realizzare nuovi centri zootecnici, nuove stalle, accorpando piccole e medie realtà allevatoriali bovine e bufaline. Il tutto in vista dello sviluppo di trasformazione e commercializzazione dei prodotti lattiero caseari e della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare energia elettrica derivata dalla combustione di biogas. Tutti elementi questi, di maggiore competitività per le imprese zootecniche.
Cicalese, amministratore della General Contract, affermata società di ingegneria e finanza agevolata che opera in tutta Italia ed è impegnata nella progettazione e messa in opera di centri zootecnici, impianti a biogas e a biometano, ha intrapreso l’attività di animazione a seguito della pubblicazione da parte del Mipaaf della circolare applicativa dello scorso 8 agosto, che mette a bando 200 milioni di euro di contributi a fondo perduto in conto capitale e 50 milioni in conto interessi, volti a cofinanziare proprio i Contratti di filiera, a valere sui fondi messi a disposizione con la delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 1° maggio 2016. (Gazzetta Ufficiale n.211 del 9 settembre 2016 ).
“E le piccole e medie imprese agricole del Mezzogiorno – sottolinea l’amministratore di General Contract- possono approfittare della più alta intensità di contributo pubblico: 35% in conto capitale a fondo perduto per investimenti in trasformazione e commercializzazione delle materie prime agricole, 40% per investimenti nelle produzioni agricole ed i progetti di ricerca, ed un tasso d’interesse agevolato di appena lo 0,5% sul 50% dell’importo della spesa ammissibile, che deve essere preso a prestito dal sistema bancario”.
E la concretezza invocata da Cicalese serve ad uno scopo preciso: “Voglio ricordare che lo strumento finanziario è su basi negoziali: chi per primo inizia l’iter per il riconoscimento della domanda e si muove bene sul progetto preliminare, in modo da collezionare un buon punteggio, ha buone possibilità di evitare lungaggini e approdare all’approvazione della proposta di contratto di filiera: da quel momento ci sono 90 giorni di tempo per dare sostanza al progetto definitivo, che, una volta approvato, potrà essere finanziato dopo altri 60 giorni”. In sostanza bisogna battere sul tempo la concorrenza, perché lo strumento prima o poi vedrà esaurirsi la dotazione finanziaria.