di Claudia Mistichelli
In questi anni, un dubbio ha lacerato il buon andamento del Governo italiano: la Legge Fornero si può applicare ai parlamentari?
Non si sa bene perché ma i nostri governanti, ligi al dovere, hanno dovuto pensare a fondo prima di sfornare un decreto opportuno e stabilire che la classe politica, come ogni italiano contribuente, deve essere sottoposto alle stesse leggi.
Dopo una grande bagarre è stata votata alla Camera (ancora deve avere il parere favorevole al Senato), la legge “contro” i vitalizi che scatena un’altra guerra interna, sulla paternità della proposta e a quale forza politica ogni italiano dovrà ringraziare.
Se il Senato dovesse esprimere parere favorevole, ci sarebbe una diminuzione del 40% dei vitalizi, i quali, non verranno aboliti, ma adeguati in base ai versamenti contributivi maturati da ogni singolo parlamentare.
Inoltre, il vitalizio verrà erogato (come tutti i comuni lavoratori) all’età pensionabile di 65 anni, come prescrive la legge.
La Legge Fornero verrà estesa anche alle regioni, in questo caso, però, ancora non c’è la certezza di poterla applicare, infatti, ricordiamo, che proprio il Molise di tutti ha abolito i tagli previsti ai vitalizi (di fatto aumentandoli) in barba alle promesse elettorali e alla crisi in atto, come al solito, i sacrifici devono ricadere sempre e solo sui cittadini comuni.
Qualora venisse confermata la Legge Fornero anche ai parlamentari, non sarà applicata immediatamente, andrà in vigore dalla prossima legislatura.
Forse, prima o poi, gli italiani riusciranno a vedere i politici (che nel frattempo hanno intascato circa 1 milione di euro a legislatura) campare con 2.000/3.000 euro al mese, mentre il popolo italiano continuerà a sopravvivere con quattro soldi.
Speriamo che il prossimo Governo, che dovrebbe applicare la Legge Fornero, non cambi di nuovo idea e tutto questo bel parlare non sia stato inutile. “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” (cit.)