“Dopo l’allarme siccità dovuta alla scarsezza delle precipitazioni, il Paese è alle prese con l’emergenza incendi, una delle cause dell’instabilità del territorio”. Questo è l’allarme lanciato da Paolo Spagna del Consiglio Nazionale dei Geologi in seguito ai roghi che, in questi giorni, stanno interessando il Paese dal Nord a Sud della Penisola. Gli incendi boschivi che hanno colpito varie regioni d’Italia hanno già determinato un record negativo: da metà giugno ad oggi, sono andati in fumo ben 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016.
I roghi, per la maggior parte di origine dolosa, creano danni rilevanti non soltanto al patrimonio ambientale, ma – come afferma Spagna – “incidono fortemente sul complesso sistema naturale in equilibrio che la macchia mediterranea è in grado di creare a svantaggio dei fenomeni di instabilità quali frane ed erosioni in genere del suolo: tutti fattori che sono alla base del dissesto idrogeologico. Da un lato, infatti, viene messa a repentaglio la salvaguardia dei boschi, con la loro indiscutibile funzione di protezione dai rischi naturali; dall’altra le note conseguenze di tale emergenza, ora solo ipotizzabili, possono diventare, purtroppo, in occasione delle prime piogge autunnali, una triste realtà” spiega.
Le emergenze più gravi si riscontrano in questi giorni in Campania dove le fiamme non si arrestano. Tre gli incendi che interessano il versante del Vesuvio: a Ottaviano, Torre del Greco ed Ercolano. La situazione più grave si riscontra nel Parco nazionale del Vesuvio dove si è arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. Ma anche altre aree importanti del Sud stanno ancora bruciando, come il Parco nazionale del Cilento e il Parco dei Monti Lattari. In Sicilia, le aree più colpite dagli incendi sono la parte nord della dorsale dei Monti Peloritani, praticamente distrutta, e le province di Catania, Enna, Trapani e Palermo. Nel Lazio rimane critica la situazione nella provincia di Roma.
“Il Governo – continua Spagna – dovrebbe definitivamente intervenire per arrestare i colpevoli e consegnarli alla giustizia, tuttavia, senza un intervento dello Stato, la salvaguardia di questi territori tristemente interessati dai roghi è fortemente compromessa. Per questo motivo – sottolinea il geologo – la prima cosa da fare, dopo lo spegnimento dei roghi e al fine di prevenire altre calamità, è verificare la stabilità dei pendii e delle zone colpite, perimetrando le aree a rischio su cui intervenire con fondi mirati da parte del Governo”.