Se due dirigenti della Regione Campania impiegano un anno per riscontrare una nota del Direttore Generale del Ministero di Beni Culturali, Francesco Scoppola, che sollecitava chiarimenti sull’installazione di un numero impressionante di pale eoliche al confine tra Campania e Molise, come possiamo mai immaginare che la Regione Campania risponda in tempo utile alle richieste avanzate dalla Regione Molise nel 2013, 2014, 2015 e 2016?
E se le strutture della Regione Molise non si attivano e quelle della Regione Campania persistono a non rispondere come ci si difende da impianti impattanti autorizzati o in via di autorizzazione a ridosso del Parco del Matese, del sito di Saepinum – Altilia, del Tratturo Pescasseroli – Candela e di aree protette o SIC di interesse comunitario?
Chi decide se gli affari per 14 miliardi di euro delle multinazioni del vento e delle rinnovabili, siano più o meno, importanti, delle attività agricole, turistiche, commerciali, zootecniche o delle valenze storiche, paesaggistiche, archeologiche e ambientali di un territorio?
In una fase di crisi si abbassa il livello di guardia delle popolazioni locali e delle istituzioni, con il rischio di vedere autorizzate installazioni che mutano i tratti del Molise in modo irreversibile compromettendo ogni opportunità di sviluppo ecocompatibile ed ecosostenibile incardinate sulla promozione delle risorse locali, dei beni culturali e del patrimonio ambientale, storico e paesaggistico.
Non per questo bisogna rinunciare a battersi per far finanziare interventi di bonifica nelle aree inquinate che sono state al centro di inchieste giudiziarie e/o di accertamenti sanitari e ambientali in questi anni dal Basso Molise ai pozzi petroliferi di Cercemaggiore fino alle aree del venafrano.
C’è necessità di riflettere su opere pubbliche come il Lotto Zero tra Isernia ed il Bivio di Pesche dove per 5 km di percorso si ipotizzano 18 milioni di progettazione e 170 milioni per la realizzazione, con uno stravolgimento ambientale di forte impatto.
Occorre accentuare l’impegno per adottare normative di tutela paesistica con norme quadro in materia urbanistica tali da evitare che il territorio venga compromesso con scelte sbagliate che ne mineranno ogni prospettiva positiva per il futuro.