Di Claudia Mistichelli
E’ davvero triste constatare come il bene comune venga meno a discapito di logiche politiche incomprensibili, con la globalizzazione di interessi economici oltre che umani.
Distruggere la sanità pubblica del Molise è tornare indietro di 40 anni, praticamente quando i molisani facevano i viaggi della speranza verso le grandi città. Sacrifici economici ma anche fisici verso strutture dove eri solo un numero o un assegno da staccare.
La sanità molisana sta morendo e anche le grandi eccellenze. Il reparto di Oculistica di Larino e in seguito la Cattolica di Campobasso, due strutture che richiamavano pazienti e medici da ogni parte d’Italia che adesso valgono meno di un ospedale da campo della Siria.
La sofferenza umana barattata per potere e soldi. L’umanità, la giustizia, la legalità, il senso civico, viene meno davanti agli interessi, dove ingiustizie e speculazione la fanno da padrone.
In questa situazione allo sbando, un povero cristo si ritrova in una grande città, abbandonato in un corridoio di un mega ospedale, in un reparto che sembra la macelleria della GAM, con gente che entra sulle proprie gambe e ne esce distesa.
Persone sofferenti e impaurite, in reparti dove non esiste la minima umanità e comprensione per la sofferenza altrui. Dove chi entra spera di trovare conforto negli occhi di un medico che neanche ti guarda, non sa chi sei, non sa i problemi che hai e la tua storia.
Un dottore a cui non importa che l’anestesia non abbia avuto effetto e vuole a forza fare l’esame prescritto incurante di procurarti dolore, perché fuori ci sono altre 30 persone che aspettano e centinaia di altre in lista di attesa.
Insomma, un forno crematorio in cui devi rispettare il tuo turno e i tuoi tempi perché in questa società in evoluzione, frettolosa e insensibile, non c’è più posto per la solidarietà umana!