di Redazione
Nel contesto della Settimana del Povero 2025, la diocesi di Termoli-Larino ha inaugurato una nuova e significativa opera-segno dedicata al contrasto della povertà sanitaria. Sabato 15 novembre, presso gli spazi del centro pastorale Ecclesia Mater in piazza Sant’Antonio a Termoli, è stato presentato il poliambulatorio solidale Caritas, una struttura pensata per offrire cure e consulenze a quanti, per diverse ragioni, non riescono ad accedere ai servizi sanitari ordinari.
L’iniziativa rientra nel progetto Caritas nazionale sostenuto dal fondo Impresa Sanpaolo e nasce con l’obiettivo di rispondere a un fenomeno sempre più diffuso: la crescente difficoltà delle fasce fragili nel reperire cure mediche adeguate. Il poliambulatorio è stato illustrato dal vescovo, mons. Claudio Palumbo, insieme a rappresentanti della Caritas diocesana e ai responsabili dell’area sanitaria, tra cui il direttore della Pastorale della Salute, dottor Giovanni Fabrizio, e la dottoressa Elda Della Fazia, che collaborerà con il direttore della struttura, dottor Antonio Spadanuda.
Il progetto, avviato già durante l’episcopato di mons. Gianfranco De Luca, è stato realizzato in locali ampi e attrezzati, grazie anche alla disponibilità di numerosi medici e infermieri in quiescenza che hanno scelto di offrire il proprio contributo in forma totalmente volontaria. Il servizio non intende sostituirsi al Sistema sanitario nazionale, ma fornire un supporto aggiuntivo nelle fasi di prevenzione, consulenza e diagnosi.
Per accedere alle prestazioni sarà necessario rivolgersi al Centro di Ascolto Caritas o alle parrocchie del territorio, che indirizzeranno gli utenti in base alle loro necessità e secondo la normativa vigente. Le specializzazioni attive comprendono Medicina e Chirurgia generale, Ortopedia, Pediatria, Psichiatria, Psicologia clinica e Logopedia.
La nuova struttura si affianca ad altre opere-segno Caritas già operative, come l’armadio farmaceutico, la mensa e l’emporio solidale Ti Senghè. «Una risposta concreta nell’anno dedicato alla speranza» – ha commentato mons. Palumbo – auspicando che iniziative simili possano consolidarsi anche in altre diocesi italiane secondo i principi della solidarietà e della sussidiarietà.
Le critiche del Patriarca Maurizio Raimondo
Alla soddisfazione per l’apertura del poliambulatorio solidale si affiancano però alcune riflessioni critiche espresse da Sua Eccellenza Maurizio Raimondo, Patriarca II della Chiesa Vetero Cattolica.
Secondo Raimondo, la scelta di realizzare la struttura a Termoli solleva interrogativi sulla mancata attivazione di iniziative analoghe in altri territori del Molise caratterizzati da maggiori criticità sanitarie. «Perché a Termoli e non a Venafro, dove esiste una struttura bellissima e maestosa ma manca un ospedale? Perché non a Isernia, dove c’è carenza di medici e infermieri?» – chiede il Patriarca, precisando di non voler mettere in discussione la nobiltà del progetto, ma invitando a riflettere sulla distribuzione delle risorse.
Il Patriarca solleva anche dubbi sulla gestione delle richieste di accesso, affidata alla Caritas: «Gli operatori dovranno valutare le situazioni sanitarie, ma nella Caritas non ci sono medici». Un’ulteriore osservazione riguarda il ruolo dei medici in pensione coinvolti come volontari: «Perché non prestano servizio anche negli ospedali pubblici, dove c’è una forte carenza di personale? Il sociale è sociale – afferma – solo se non nasconde altre forme di premialità».
Raimondo conclude denunciando il rischio di creare un divario territoriale: «Pur apprezzabilissima l’iniziativa di mons. Palumbo, non è accettabile dividere il Molise tra chi ha ancora strutture efficienti e chi ne è rimasto privo».
Il dibattito resta aperto, mentre il poliambulatorio solidale di Termoli inizia il suo percorso al servizio delle fasce più fragili della popolazione.







