Benedetta lingua italiana !
Sui manifesti murali del Comune di Venafro stravolgimenti alla lingua di Dante con uso … allegro della punteggiatura e avverbi errati
Il dilemma : responsabilità dell’ente locale o della tipografia ? Ai posteri … l’ardua sentenza !
Un dilemma venafrano di massima attualità e da risolvere nel breve per chiarire e spazzare il campo da dubbi e perplessità. Chi redige i testi dei manifesti murali del Comune, affissi sugli appositi tabelloni perché il cittadino legga ? L’assessore, il sindaco o altri la cui firma appare in fondo al manifesto ? La segreteria municipale ? Un qualche dipendente comunale preposto a mettere in bella il testo da trasmettere alla tipografia ? O la tipografia stessa, con proprio eventuale correttore di bozze ? Certo è che il dilemma si pone ed è sostanziale, visto o meglio letto uno di tali manifesti appena apparso su strade e piazze per invitare la cittadinanza a comportamenti più civili ed educati nello smaltimento dei rifiuti in genere, servendosi di quanto predisposto dall’ente in tema di raccolta di tutto ciò di cui il cittadino ha da disfarsi. Aldilà del contenuto, nel caso in questione interessa la forma del manifesto “incriminato”, che tanti cittadini hanno letto e variamente commentato. Ebbene diverse sono le osservazioni avanzate dai venafrani alla lettura del manifesto di cui trattasi. “Ma come si fa ad affiggere manifesti del genere -chiedevano esterrefatti in tanti che leggevano- senza avvedersi di come e di quanto si scrive ? L’uso della punteggiatura è a dir poco … allegro, con virgole messe senza alcuna logica. Ci si permetta una osservazione, senza con questo voler dare lezioni a chicchessia : la virgola rappresenta una breve interruzione del periodo, una pausa della frase e va utilizzata al momento ed al posto giusto. Non è cioè un qualcosa di superfluo o secondario, ma fattore assolutamente importante della nostra bella lingua italiana. Non va apposta tra soggetto e verbo, altrimenti s’interrompe il discorso“. Le sottolineature dei cittadini vanno oltre, sempre relativamente al manifesto in tema : “L’avverbio “soprattutto” chiede due “t” iniziali e non già una, come riportato nell’avviso di cui trattasi. Forse che scrivendo “sopratutto”, come si legge nel predetto testo municipale, l’estensore del manifesto ha inteso optare per … l’uso meno frequente dell’avverbio, scrivendo appunto “sopratutto” e non già il più corretto ed usato “soprattutto” ? A parte la battuta, come cittadini che amiamo la bellissima lingua di Dante Alighieri chiediamo una maggiore attenzione nella stesura formale dei manifesti pubblici del nostro Comune, al fine di evitare che arrivino anche da noi telecamere ed inviati di seguitissime trasmissioni tv nazionali a sottolineare gli “strafalcioni” formali anche dei manifesti del nostro ente locale, come avvenuto per taluni Comuni italiani”.
Tonino Atella