Consiglio d’Europa e le accuse di razzismo alla Polizia Italiana: pura follia!
di Pietro Tonti
Il ministro dell’Interno ha risposto, in un’intervista al Corriere della Sera, alle accuse di razzismo mosse dal Consiglio d’Europa nei confronti delle forze di polizia. “È incredibile che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento”, ha detto Piantedosi. Tajani: “Profondo sdegno”.
C’è da restare basiti da un’organizzazione che costa 48 milioni di euro ai contribuenti europei, per affermare cose assurde. Uno sdegno che ci pervade e come cittadino di una piccola regione come il Molise e direttore di questa testata mi fa rabbrividire.
Inutile dire che la Polizia di Stato interviene dove ci sono i delinquenti e i suoi uomini compiono spesso atti eroici a tutela dell’incolumità dei cittadini e spesso ci rimettono anche la vita.
Non riusciamo a comprendere da cosa sia scaturita questa accusa, se da dati statistici, da una becera politica anti Italia, o da altro.
Sicuramente una visione distopica della realtà effettuale che riguarda le nostre forze di polizia, costrette ad operare al limite, con la spada di Damocle sempre in agguato, nel compiere il loro dovere in ogni sede, portati in giudizio sempre, proprio nell’espletare il loro difficile lavoro.
Se questo Consiglio d’Europa “patrigno” abbia preso spunto da dati statistici, sappiamo che in Italia l’avvento di extracomunitari, bande e mafie di colore che occupano intere aree urbane, dedite allo spaccio e a innumerevoli crimini, costringono ad intervenire le forze di polizia quotidianamente per arginare innumerevoli reati.
Se in un presunto dato statistico di paragone, si dovesse evidenziare che rispetto agli interventi che coinvolgono la delinquenza italiana autoctona, siano maggiori gli interventi che interessano extracomunitari, certamente non si potrebbe parlare di razzismo, ma di una realtà che è sfuggita di mano nell’immigrazione di soggetti dediti alla malavita, i quali giungono nella nostra nazione, senza un lavoro o un permesso di soggiorno.
Il problema si trasferirebbe ai piani alti della politica italiana, la quale sta infatti, tentando di stabilire regole certe per l’immigrazione con i detrattori politici sempre rivolti dal lato del buonismo ad oltranza, nonostante la catastrofe di insicurezza che pervade le nostre metropoli. una politica di opposizione impegnata a difendere l’indifendibile diritto a giungere nel nostro paese senza alcun limite, sostenendo l’insostenibile diritto all’ospitalità di finti profughi.
Siamo e saremo sempre dalla parte della Polizia di Stato, anche in questo momento in cui un’Europa poco attenta cerca di diffamare, confondere e rendere vulnerabile.
Ci auguriamo che vi siano sempre uomini e donne con vocazione, impegnate nella salvaguardia della nostra incolumità e disponibili ad andare sotto processo nell’adempiere al proprio lavoro: cosa ancora più assurda delle accuse inaccettabili di razzismo a loro rivolte.