Alienazione ex Roxy, Gravina presenta interrogazione urgente in Consiglio Regionale: «La scelta di destinare a fini edificatori l’area dell’ex Romagnoli ignora l’Accordo di Programma tra Regione e Comune di Campobasso in cui si tenevano in debito conto le esigenze espresse dalla collettività»
Come aveva preannunciato subito dopo la pubblicazione della delibera di giunta regionale dello scorso 1° settembre, riguardante l’inserimento dell’ex-Hotel Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari da parte dell’attuale governo regionale, il consigliere regionale ed esponente del MoVimento 5 Stelle, Roberto Gravina, ha presentato, sulla questione, un’interrogazione urgente che dovrà essere adesso discussa in Consiglio Regionale.
«Vogliamo capire, innanzitutto, se a distanza di quasi venti anni dalla sottoscrizione del primo Accordo di Programma (2005), l’Amministrazione regionale ha oggi chiara idea del percorso di riqualificazione della struttura ed anche il motivo per il quale si sceglie la soluzione più datata, maggiormente impattante in termini di carico edificatorio e di consumo di suolo anziché quella più recente, espressa da entrambi gli Enti nel 2010.», ha spiegato Gravina, ricordando più specificatamente come con la deliberazione di Giunta regionale n.1136 del 2010, dopo un articolato iter amministrativo e un acceso dibattito politico, venne approvata una nuova bozza di Accordo di Programma, d’intesa con il Comune di Campobasso, che portò anche alla presentazione di ricorsi amministrativi allo scopo di impedire che l’intervento edificatorio si estendesse sull’area dell’ex stadio Romagnoli e le aree ad esso contigue, e che quindi si ridimensionasse il carico urbanistico previsto.
«La scelta di destinare a fini edificatori l’area dell’ex Romagnoli ignora completamente le esigenze espresse dai due Enti coinvolti nell’operazione del 2010 – Regione Molise e Comune di Campobasso – ignorando di fatto quell’aggiornamento dell’Accordo di Programma in cui si tenevano in debito conto le esigenze espresse dalla collettività, che attraverso una serie di ricorsi presentati dalle Associazioni operanti sul territorio, manifestava apertamente la contrarietà ad una cementificazione dell’area di sedime dell’ex stadio Romagnoli ed alla conseguente necessità della città alla conservazione a verde dell’area. Pertanto, – ha aggiunto Gravina – anche al fine di raggiungere una soluzione che possa coniugare le esigenze finanziarie, quelle logistiche ed in generale il fabbisogno espresso dall’Ente in ordine alle superfici necessarie pari a circa 8.000 mq, ben si può ipotizzare di realizzare un unico volume insistente nelle aree afferenti all’ex hotel Roxy, opportunamente aumentato per deroga agli strumenti urbanistici generali, che possa ospitare ulteriori superfici, utili a consentire l’utilizzo in condominio con altri soggetti pubblici, così garantendo anche la realizzabilità finanziaria dell’opera ed un consumo di suolo pari a zero. Va reso noto ai cittadini il motivo per il quale, viste le consistenti opportunità offerte dallo Stato agli enti locali, nella specie il comune di Campobasso, di recuperare e/o rigenerare aree degradate attraverso specifici finanziamenti, non si ipotizza un coinvolgimento dello stesso al fine di delineare una strategia comune per finanziare parte degli interventi mediante finanziamenti pubblici previsti, così realizzando un vero e proprio centro direzionale nel quale ospitare servizi pubblici al cittadino ed una migliore vivibilità del contesto urbano, sia in termini di superfici a verde, che in termini di mobilità sostenibile.
Con l’inserimento dell’ex-Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari – ha detto in conclusione Gravina – l’amministrazione regionale abbandonerebbe “momentaneamente” il progetto di riconversione della struttura ad uffici regionali , ma sarebbe il caso di chiarire anche quali sono i tempi stabiliti per la mancata vendita ed indicati come “medio periodo”, successivamente ai quali l’amministrazione rivaluterà la possibilità di adibire l’ex Roxy ad accogliere gli uffici regionali come nel documento istruttorio della giunta è chiaramente indicato.»