di Pietro Tonti
La giunta e il Consiglio regionale targato Donato Toma , ricandidatosi in massa ha rivinto le elezioni regionali, in alcuni casi raddoppiando i voti del 2018. La sinistra direbbe: il popolo molisano è idiota, in quanto si lamenta e poi vota sempre gli stessi. Nulla di più falso!
La verità è ben al di là di questa semplice considerazione detrattiva all’ex governo Toma.
Ebbene, se volessimo fare una disamina di quello che è accaduto, bisognerebbe dire che Toma ha promesso e mantenuto le aspettative dei molisani nella sua gestione amministrativa, facendo tutto quello che si poteva fare per il Molise e i molisani che hanno riconfermato l’intero consiglio, ad esclusione solo di pochissimi, per motivi non dipendenti dal presidente uscente.
In alcune circostanze televisive, lo avevo ribadito quale conduttore del programma di attualità e politica Live Today su Tvimolise, affermando: Toma è ben visto a livello nazionale per la sua azione di governo, soprattutto dai presidenti delle altre regionie dallo stesso Berlusconi! Mentre nel Molise la scarsa comunicazione, spesso lasciata alla libera interpretazione di noi giornalisti, è risultata fuorviante, verso l’azione amministrativa reale e fattiva del governo regionale. Lo stesso Donato Toma, in tante circostanze ha affermato che il suo lavoro strenuo per la regione Molise, sarebbe stato evidenziato in seguito: così è stato!
In tempi non sospetti, sarei potuto apparire folle difensore dell’impossibile, invece i fatti mi danno ragione. A supportare questa tesi è stato Vincenzo Niro, nella esposizione verbale delle cose fatte alla chiusura della sua campagna elettorale a Baranello. Si è prodigato nell’esposizione delle decine di milioni di euro di interventi nei cinque anni di gestione Toma, nei più disparati segmenti. Partendo dalla tanto attesa quattro corsie Termoli/Roccamonfina, ove per la progettazione sono stati già stanziati 100 milioni di euro, ma non solo. Tra PNRR, Zona Economica Speciale (ZES); fondi CIS e per il rientro nell’Obiettivo Uno europeo; Gigafactory a Termoli; la riconversione dell’Unilever a Pozzilli e numerose azioni di investimenti in quasi ogni settore, fanno della gestione targata Toma, una delle più progettualmente produttive degli ultimi 60anni. Azioni che non ricadono immediatamente sui molisani, gli effetti saranno percepiti nei prossimi anni, come avviene normalmente per i grandi progetti amministrativi.
Per questo motivo, il Consiglio regionale uscente è stato ripagato con un voto plebiscitario, dal chiacchiericcio, a questo punto inutile e fuorviante contro la passata amministrazione assolutamente in linea con le aspettative di buon governo dei molisani. E bisogna anche dire che le critiche esasperate, le invettive nei confronti dell’ex presidente sono state quotidiane, snervanti, paradossali e inutili.
Nei prossimi anni, i tanti milioni di euro dovranno essere spesi nel Molise e le decine di imprese in svariati settori, troveranno una nuova economia, presumibilmente molto florida e daranno lavoro a centinaia di molisani. Questa considerazione è alla base, senza temi di smentita, del raddoppio dei voti per tanti uscenti. Le imprese hanno fatto quadrato intorno alle nuove fattive proposte di reale lavoro sviluppato dal commercialista Donato Toma e portate in auge in campagna elettorale dall’intero consiglio candidato.
Questo vuol dire che i tanti detrattori, hanno raccontato fandonie, con la sicurezza di minimizzare, sminuendo l’azione amministrativa dell’ultimo lustro, con il fine di distruggere il centro destra e voltare pagina con una gestione targata PD/M5S. Azione prolungata in non in grado di sortire gli effetti desiderati, ma sufficiente per decretare lo stop alla ricandidatura del presidente uscente.
L’unica colpa quindi che possiamo addossare all’ex presidente è quella della leggerezza comunicativa, tra un arpeggio di chitarra e affermazioni che lasciavano spazio a fraintendimenti, si è assunto la responsabilità fino in fondo della sua leggera comunicazione, pensando che tutto fosse lecito nelle spiegazioni, spesso ermetiche della sua azione amministrativa.
Invece questa sua predilezione onorevole, a voler trattare gli argomenti anche spinosi con leggerezza, lo ha condotto a divenire il capro espiatorio dell’informazione pilotata contraria. Senza che vi fossero per il presidente, le attenuanti generiche e di fatto per esempio, sulla gestione sanitaria che non dipende dalla regione Molise, ma dal Ministero in quanto la regione è commissariata da 14 anni. La gestione di una pandemia, degli aumenti successivi incontrollati di energie e prodotti. Attenuanti che invece sono state ampiamente giustificate e applicate per l’intero consiglio regionale candidato, le quali hanno giocato un ruolo fondamentale per la rielezione in massa.
No, nessuna attenuante per Toma, costretto a farsi da parte, ma oggi rivalutato, come accade agli artisti post mortem. Se qualcuno da oggi in poi giudicherà, come è stato ampiamente fatto nel corso degli ultimi anni, l’era Toma un periodo negativissimo per l’amministrazione di questa regione, vuol dire che sta sparando fake, senza alcun dubbio: il voto non mente!