Una vicenda di difficile spiegazione e comprensione. E’ quella dei cosiddetti “baraccati” di Venafro, i coniugi Paola e Pasquale, 54 anni la donna e 59 l’uomo, così soprannominati in quanto da tempo vivono tra gli ulivi del Campaglione, periferia ovest di Venafro, prima in una malmessa baracca e da quattro anni circa in una roulotte donata loro da privati campani e portata in Molise da un’autorimessa di Montaquila su interessamento del Camper Club d’Italia tramite l’omonima associazione pentra.

Ebbene i due coniugi continuano incredibilmente e stranamente a vivere nell’uliveto di proprietà dell’uomo, senza un wc (!) e tra mille precarietà, nonostante che dal dicembre scorso siano assegnatari di un più che decente alloggio popolare dell’Iacp isernino di circa 80 mq in via Flacco a Venafro, abitazione situata a pian terreno, con ingresso indipendente e addirittura con dello spazio verde all’esterno.

Niente da fare ! Paola e Pasquale hanno le chiavi dell’alloggio in tasca, ma restano a vivere nella roulotte del Campaglione, privi tra l’altro di wc e tra polvere e fango a seconda le stagioni ! Tanti privati si sono sin qui adoperati per venire incontro alle esigenze della coppia, ritrovatasi senza alcunché dopo aver visto svanire per motivazioni varie tutto quanto prima possedevano.

Data la situazione a dir poco delicata, c’è stato nel tempo chi ha elargito loro il contante per la pratica da completare presso l’Iacp pentro e chi si è preoccupato di fornire frigo ed elettrodomestici, ma tutto è stato vano, inutile. I due continuano a vivere da “baraccati” al Campaglione ! A questo punto le ovvie domande : perché Paola e Pasquale non accedono nell’alloggio popolare di Via Flacco ? Non possiedono i mobili per arredarlo ? Non sono in grado di pagare il canone di fitto e fronteggiare le altre spese correnti, potendo contare solo sugli assegni mensili della donna quale invalida e cieca civile dal che la decisione di non spostarsi dalla roulotte nel loro uliveto ?

Certo è che la vicenda a questo punto è decisamente strana e di non facile comprensione, tanto che i primi a restare interdetti e sorpresi per la piega assunta dalla storia sono proprio i tanti volontari sin qui vicini alla coppia per le loro numerose traversie.

Tonino Atella