CAMPOBASSO. E’ stata sempre la provincia di Isernia, nel corso degli anni a dettare esempi, esperimenti politici che poi si sono rivelati banchi di prova sul nazionale. Il Partito Democratico vorrebbe dare l’esempio mutuando da questo assunto per offrire , partendo dal Molise, una nuova prospettiva anti Meloni. Vincere con Gravina le elezioni regionali e dare un segno tangibile che l’accordo PD/ M5S rege e porta risultati.
Questa la convinzione del responsabile nazionale degli enti locali del PD Davide Baruffi
da Campobasso ha lanciato ieri la sfida: alle regionali del 25 e 26 giugno, ha detto, può nascere l’alternativa alla destra.
«Il centrodestra non ha governato bene – ha detto l’esponente della segreteria di Elly
Schlein intervenendo all’assemblea del partito convocata ieri sera al Rinascimento – e noi mettiamo in campo un’alleanza competitiva: Pd e 5 stelle ma c’è dell’altro, stiamo provando ad allargare il campo sia tra i moderati sia a sinistra. Abbiamo, inoltre, un candidato che ha dimostrato di far bene come amministratore e quindi può prendere in mano il volante di una regione che ha bisogno di fare un passo avanti».
Ci sono risposte più efficaci di quelle che la destra sta dando, ha ribadito Baruffi. «Le persone si stanno impoverendo. Loro stanno facendo una grande discussione sulle manovre fiscali ma il portafoglio delle persone e del ceto medio sta languendo. Quindi – ha indicato anche una delle priorità programmatiche da proporre ai molisani – riportare lavoro e sviluppo di qualità è la prima questione. In Molise, a partire da questo, possiamo dimostrare l’alternativa si può praticare sul campo». Per quanto riguarda la sanità,
ha aggiunto ancora, «la cura del commissariamento non ha funzionato, bisogna chiedere il
rispetto del bilancio ma soprattutto bisogna dare servizi ai cittadini, che non devono pagare
loro il disavanzo e andarsi a curare altrove». Come linea politica generale ha evidenziato la
necessità di riportare la spesa sanitaria al 7%, come era successo durante la pandemia,
«ma poi ce ne siamo dimenticati». Baruffi è arrivato in un momento delicato e strategico, quello della composizione delle liste.