Il principio di comune buon senso “conoscere per deliberare” non è stato di casa nella sconclusionata mozione approvata da 27 “consiglieri” del Comune di Isernia, con cui si dice “No allo Sprar” , sulla base di una pseudo discussione che può riassumersi in una volgare caciara, per lo più fatta di spunti incivili e insensati, che la rendono anche tecnicamente illegittima, poiché la sua parte motiva è in contrasto con l’art.10 della Costituzione e con la stessa legge antirazziale.
E’ un’offesa alla buona e civile reputazione della collettività di Isernia, che di certo non può riconoscersi nella sua gran parte in questo consiglio comunale, eletto con la legge truffa maggioritaria, privando della rappresentanza consiliare significativi e avanzati settori cittadini.
Tutte le persone assennate di Isernia sanno che il flusso dei migranti si incrementerà, per cause complesse che vanno oltre la nostra volontà locale, e che dureranno sinché non sarà rovesciato questo sistema di miserie e di guerre, che qui come nel terzo mondo, affama tutti, bianchi e neri; è il sistema del capitale sostenuto anche dai suddetti 27 consiglieri isernini. Sicché urlare i vuoti slogan anti migranti, serve solo ad aizzare la gente comune facendo leva sui più bassi istinti per fuorviare la rabbia sociale su falsi obiettivi, per impedire il vero cambiamento.
Mentre si espande in tutta Italia il numero dei comuni che, preso atto della situazione ineluttabile, più intelligentemente, hanno colto l’occasione dello SPRAR, Isernia rischia di perdere un’ occasione per migliorare, sia il sistema di accoglienza sia l’occupazione locale: al Comune vengono assegnati i fondi europei, per cui si tratta di costruire un serio progetto di inserimento sociale nei limiti plausibili con la struttura, che a sua volta genera un incremento dell’occupazione locale nel settore, per tanti bravissimi lavoratori e operatori presenti nella nostra realtà; peraltro vi è anche la possibilità di inserire nel progetto il miglioramento di strutture esistenti valorizzando il patrimonio comunale.
Ma I 27 consiglieri isernini, tanto per cambiare, non ci hanno capito nulla, blateravano a vuoto nella loro sconclusionata mozione in preda all’immaginario scenario apocalittico “dell’invasione” innestato in particolare dai due-tre nazifascisti presenti in consiglio ( 166 profughi su una popolazione di oltre 21 mila abitanti…sic!), per non parlare del velleitario ed ipocrita slogan “aiutiamoli a casa loro” , o di chi addossava ai profughi appena giunti la causa della droga, della mala salute e persino della crisi della GAM (qualcuno addirittura della “POP 84”)…e si potrebbe continuare con l’almanacco delle idiozie.
Insomma, con tale mozione la situazione non potrà che divenire peggiore per tutti.
Con lo SPRAR si può creare un presupposto per cui il rapporto tra comunità locale e profughi avrebbe vivere un notevole miglioramento, insieme all’incremento dell’occupazione locale, del patrimonio comunale, dei servizi collettivi.
Ed invece grazie a questi 27 scienziati di pura razza ariano-pentra, ci troviamo a Isernia con l’accoglienza che rimarrà allo stato brado, cioè con l’attuale mala gestio per lo più improvvisata e privatizzata, aggiungendo anche il danno del mancato incremento dell’occupazione locale e del patrimonio comunale. Bel risultato!
Un consesso istituzionale serio e degno del suo ruolo verso la collettività locale, invece, avrebbe dovuto sviluppare una discussione su come utilizzare lo SPRAR, per progettare, in connessione con l’incremento dell’occupazione locale e del patrimonio comunale, una accoglienza qualificata, per sviluppare una convivenza e comunicazione tra migranti e isernini che si potesse svolgere secondo i crismi di civiltà, senza creare quelle situazioni di congestione o pur sporadiche e individuali, che possono causare paure e diffidenze e xenofobia, sotto un controllo democratico e sociale della gestione, in cui anche gli stessi migranti avessero un ruolo protagonista.
21/04/2017 Il Coordinatore Regionale Tiziano Di Clemente