Molta apprensione tra i produttori molisani.
di Erika Angelone
Il settore vitivinicolo molisano rischia di cadere presto in una crisi profonda.
Anche se l’andamento produttivo dell’ultima campagna è stato buono (secondo dati Istat nel 2022 la produzione di vino doc, dogc e igt in Molise è stata di circa 104.000 ettolitri), lo scenario che si sta delineando crea non poca preoccupazione tra i produttori.
Il quadro che si prospetta all’orizzonte desta molta inquietudine tra i produttori della nostra regione, visti i costi di produzione sempre più alti ed una normativa europea sempre più stringente, le aziende del settore vanno a scontrarsi con il peso degli aumenti non solo dell’energia, ma anche di vetro, sughero, plastica e cartone.
Solo le bottiglie hanno avuto un aumento che va dal 45% al 150%, a seconda della tipologia, mentre tappi, cartoni, capsule sono aumentati dal 20 al 45%. Ma vi è di più! Innanzitutto, ci sono le novità in materia di etichettatura che prevederà l’obbligo di indicazione delle calorie e degli ingredienti a partire dal 8 dicembre 2023; entrata in vigore il 1 gennaio 2023 ma per la quale ci si attende una proroga al 1 gennaio 2024.
Poi ci sarebbe l’orientamento dell’Unione Europea, una vera e propria rivoluzione dettata, non solo dalla legislazione vitivinicola ma anche da quella relativa all’ambiente e alla salute, che potrebbe mettere a rischio una delle filiere più importanti della nostra Regione e del nostro bel Paese.
L’impegno dell’Unione Europea per ridurre l’eccessivo consumo di alcolici non può colpire prodotti di bassa gradazione come vino e birra.
Siamo di fronte ad un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia, oltre ad essere un aspetto economico importante della nostra regione e non solo, famoso in tutto il mondo.
Non bisogna assolutamente penalizzare a livello comunitario il settore vitivinicolo, escludendolo da finanziamenti europei. Il vino è un vero e proprio ambasciatore della nostra cultura e del nostro territorio, essendo il motore dell’enoturismo che genera anche condivisione e trasmette la bellezza del territorio.